Ragazzina di 12 anni violentata a Sulmona, arrestati i presunti responsabili
Sulmona, 15 settembre 2025 – Una ragazzina di 12 anni ha confessato alla madre di essere stata violentata da due giovani di 14 e 18 anni, i quali hanno diffuso su WhatsApp le immagini dell’accaduto. I due sono stati individuati e accusati di violenza sessuale aggravata e revenge porn, in un episodio che sottolinea l’urgenza di affrontare il problema della cultura del dominio e dell’impunità che pervade la nostra società, riporta Attuale.
Il professor Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della fondazione Minotauro di Milano, offre una lettura critica di questo dramma sociale.
“Ha senso collegarlo alle nuove forme di vuoto dell’identità. Da una parte ci sono giovanissimi che non sanno comunicare emozioni violente e disturbanti come la paura, la rabbia e la tristezza. Dall’altra, adulti emotivamente analfabeti che non offrono esempi convincenti. Siamo nel patriarcato fino a collo, ma anche oltre. Dobbiamo chiamarlo post patriarcato, crisi dell’autorità paterna, nuova forma di maschilismo. L’oggetto telefonino rende pubblico il privato, e visibile a tutti l’azione delinquente. È la deriva più vergognosa della nostra società”, sottolinea Lancini.
La tragedia di Sulmona getta luce sul legame tra sesso e sopraffazione.
“Si evidenzia un’incapacità di riconoscersi fragili; molti giovani sentono la necessità di compiere atti estremi per diventare popolari. È necessaria una seria indagine su quanto accaduto. I primi resoconti suscitano indignazione, ma il passo successivo richiede un lavoro di prevenzione sulla violenza di genere radicato nella cultura patriarcale. È fondamentale introdurre percorsi educativi che promuovano non solo un uso consapevole di internet, ma anche la comprensione del rischio di pornografizzazione delle emozioni. Vietare lo smartphone al liceo non è la soluzione; gli adulti devono affrontare la loro ansia e i dinamismi della società iperconnessa”, prosegue Lancini.
Il fenomeno della violenza giovanile si manifesta in relazioni sempre più fragili e vulnerabili.
“Le mogli sono spesso ridotte a oggetti di voyeurismo e le giovani sono vittime dei loro amici. C’è una preoccupante somiglianza con la depravazione adulta che abbiamo osservato recentemente. Ma ci si chiede: si riflette veramente sull’impunità delle proprie azioni?”, afferma Lancini.
“È evidente che il disagio profondo e l’impeto di disperazione prevalgono sulle conseguenze delle proprie azioni. Resta l’orrore di una società che sembra non prestare ascolto alle nuove generazioni, che non sono state amate e comprese a sufficienza”, conclude il professor Lancini.