Zelensky affronta una crisi senza precedenti mentre incontra pressioni su piano di pace USA

23.11.2025 08:35
Zelensky affronta una crisi senza precedenti mentre incontra pressioni su piano di pace USA

Zelensky di fronte a una crisi critica e pressioni crescenti dagli Stati Uniti

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky affronta una delle sfide più complesse dalla sua elezione nel 2019, mentre si trova a dover rispondere agli Stati Uniti riguardo a un piano di pace inaccettabile per l’Ucraina, con il timore di perdere il sostegno di Donald Trump in caso di rifiuto. La situazione è ulteriormente complicata da un grave scandalo di corruzione che coinvolge figure chiave del suo governo e imprenditori a lui vicini, e da difficoltà economiche che potrebbero portare l’Ucraina a rimanere senza fondi nei prossimi mesi; le soluzioni europee, come l’utilizzo dei beni russi congelati, appaiono irrealizzabili, riporta Attuale.

Oltre a ciò, la guerra sta registrando sviluppi negativi, con l’avanzata russa al fronte e bombardamenti incessanti sulle infrastrutture energetiche ucraine, che hanno lasciato molte città senza luce e riscaldamento.

In un videomessaggio dal tono preoccupato, Zelensky ha comunicato ai cittadini ucraini che il paese si trova a dover scegliere tra “perdere la dignità e rischiare di perdere un importante alleato”. Ha avvertito che un rifiuto del piano potrebbe comportare la fine della condivisione delle informazioni di intelligence da parte degli Stati Uniti e il congelamento delle vendite di armi. Zelensky ha iniziato a lavorare con gli Stati Uniti su alcuni dettagli del piano di pace composto da 28 punti, elaborato dalla Russia e dall’inviato speciale statunitense Steve Witkoff.

Questo piano risponde a molte delle richieste del presidente russo Vladimir Putin e include condizioni che l’Ucraina considera inaccettabili, come la cessione del Donbas, della Crimea e altre terre occupate, la riduzione dell’esercito ucraino, la rinuncia a entrare nella NATO e il divieto di avere truppe internazionali sul suolo ucraino, riducendo notevolmente le garanzie contro futuri attacchi.

Le opzioni di manovra per Zelensky sembrano strettamente limitate. Trump ha affermato che “dovrà farsi piacere il piano”. Nel tentativo di rafforzare il suo sostegno, il presidente ucraino ha contattato i principali leader europei, compresi il primo ministro britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron, anche se la loro influenza sull’amministrazione statunitense è oggetto di scetticismo.

Finora i leader europei non sono stati coinvolti nella stesura del piano, che prevede anche l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e finanziamenti per la ricostruzione. Un incontro iniziale si terrà domenica a Ginevra, dove funzionari di alto livello degli Stati Uniti, dell’Ucraina e delle rappresentanze europee discuteranno possibili modifiche alla proposta.

Le pressioni provenienti dagli Stati Uniti si sommano a quelle interne, con l’opposizione e alcuni membri del partito di Zelensky che richiedono cambiamenti più decisi in risposta all’enorme scandalo di corruzione legato alle società energetiche, che ha portato a una sottrazione di 100 milioni di euro. Ci sono forti pressioni politiche per il licenziamento del potente capo di gabinetto Andriy Yermak, accusato di essere a capo di un presunto sistema di corruzione, sebbene non sia coinvolto direttamente nello scandalo attuale.

La concentrazione del potere nelle mani di un ristrettissimo gruppo di collaboratori di Zelensky ha suscitato preoccupazioni anche nel parlamento e nel governo. Yermak ha un’influenza notevole e gestisce molte decisioni esecutive; il rischio che alcuni deputati lascino il partito potrebbe mettere a repentaglio la stessa maggioranza parlamentare.

Inoltre, gli scandali di corruzione nuocciono alle relazioni con l’Unione Europea, la quale sta progettando un prestito di 140 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina in un momento critico. Tuttavia, il piano è ostacolato da resistenze provenienti non solo dall’Ungheria, ma anche dal Belgio, dove si teme per le ripercussioni legali legate ai fondi congelati. Se gli aiuti non si sbloccheranno, l’Ucraina si troverà sull’orlo del collasso economico, con difficoltà nel finanziare le spese militari e civili e nel pagare gli stipendi pubblici.

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