Zelensky e la difficile ricerca di una pace duratura
DALLA NOSTRA INVIATO
KIEV – I problemi per Volodymyr Zelensky continuano a persistere. Come evitare uno scontro con Donald Trump, mantenere l’unità tra i partner europei e convincere gli ucraini che non cederà le terre difese con il sangue in cambio di una pace poco credibile? I dilemmi del presidente ucraino derivano dalla sua rapida evoluzione in un leader confrontato a pericoli costanti e a errori ripetuti, minacce che pesano fortemente sulla stabilità della nazione. In vista dell’incontro di domani a Washington con il presidente americano, si delinea la necessità di evitare un nuovo confronto frontale, che nel passato ha portato a un blocco degli aiuti militari statunitensi, provocando la ritirata ucraina dalla regione russa di Kursk e indebolendo ulteriormente il sistema militare nazionale, ancora in gran parte dipendente dall’intelligenza del Pentagono. Sebbene una parte significativa degli aiuti militari provenga ora dall’Europa, ieri Zelensky ha dimostrato la stessa flessibilità che aveva già mostrato durante la sua riappacificazione con Trump in Vaticano. riporta Attuale.
Zelensky ha dichiarato: “Le nostre posizioni restano chiare. Dobbiamo raggiungere una pace autentica, che sia durevole e non una semplice pausa in vista di una prossima invasione russa.” Questo commento è emerso dopo una telefonata con Trump durata oltre un’ora e mezza, un tentativo volto a sottolineare la vicinanza tra Kiev e Washington. Nonostante le preoccupazioni espresse dai maggiori commentatori ucraini riguardo al recente vertice Putin-Trump in Alaska, Zelensky continua a supportare il presidente americano per evidenziare che il responsabile della guerra rimane, e rimarrà, Vladimir Putin. Il presidente ucraino mostra così un buon viso a cattivo gioco, evitando di concentrarsi troppo sul fatto che Trump ha eliminato la condizione del cessate il fuoco, mentre sottolinea l’importanza di un coinvolgimento attivo degli europei nelle negoziazioni.
C’è un nuovo elemento che potrebbe forzare Zelensky a prendere decisioni difficili: secondo fonti della Casa Bianca, Putin sarebbe disposto a discutere un accordo di pace, promettendo di non attaccare ulteriori Paesi europei. Questo piano prevede il ritiro ucraino dall’intero Donbass, che attualmente rappresenta circa il 25% della regione ancora sotto il controllo delle forze armate di Kiev. Sorprendentemente, Putin potrebbe essere disponibile a rinunciare ai territori non ancora sotto il suo controllo nelle province di Zaporizhzhia e Kherson, che al momento sono parzialmente occupate. In particolare, i soldati ucraini mantengono il controllo di oltre il 20% di Zaporizhzhia e il 70% di Kherson è occupato dalle truppe russe.
Tuttavia, Zelensky è scettico sulla veridicità delle intenzioni di Putin, convinto che Mosca continui a negare la legittimità dell’indipendenza ucraina. È fondamentale per lui far comprendere queste dinamiche a Trump. Una preoccupazione espressa dal Kyiv Independent parla dell’assenza di un cessate il fuoco e della richiesta di cessioni territoriali, alludendo al timore che Trump possa trasferire le sue responsabilità sugli ucraini dopo un possibile fallimento nei colloqui con il presidente russo. Zelensky ha più volte ribadito l’intenzione di non rinunciare al Donbass, anche se in passato ha lasciato intendere una certa flessibilità, a seconda delle garanzie di sicurezza fornite dagli alleati. Nonostante la sua popolarità sia scesa al 58% a metà luglio, a causa dello scandalo relativo a tentativi di insabbiamento di indagini sulla corruzione, il sostegno dell’opinione pubblica rimane solido, e oggi più che mai, Zelensky cercherà il consenso interno.