3,8 milioni di stranieri lavorano regolarmente in Italia, 319mila sono pensionati

29.11.2024
3,8 milioni di stranieri lavorano regolarmente in Italia, 319mila sono pensionati
3,8 milioni di stranieri lavorano regolarmente in Italia, 319mila sono pensionati

L’Inps ha pubblicato i numeri del suo osservatorio sugli immigrati. Il 79,3 per cento proviene da Paesi non comunitari e al Nord sono quasi 10 ogni 100 residenti

I cittadini stranieri sono spesso al centro del dibattito politico e questo talvolta genera una certa confusione in una parte dell’opinione pubblico che lega la figura dell’immigrato al tema della sicurezza. Molto dipende dalla propaganda di alcuni partiti come Fratelli d’Italia e la Lega di Matteo Salvini, che da anni fanno del tema “immigrazione” un cavallo di battaglia e uno strumento per ottenere consenso. Tuttavia, se si guardano i numeri reali, la realtà è molto diversa rispetto ad alcune narrazioni. Nell’ultima stima della fondazione Ismu, infatti, il numero complessivo degli stranieri che vivono in Italia è 5 milioni e 775mila persone, di cui solo 458mila non hanno ancora un regolare permesso di soggiorno. E anche questi ultimi, spesso non sono irregolari ma in attesa del documento.

Da dove vengono gli stranieri che lavorano in Italia

Anche quest’anno a fare il punto sull’occupazione degli immigrati è l’Inps, che nell’ultima edizione del suo osservatorio dedicato ci racconta quanti sono e cosa fanno gli stranieri che vivono e lavorano in Italia. Le medie, come è ovvio che sia, si riferiscono agli immigrati registrati all’istituto di previdenza, che sono la stragrande maggioranza. Nell’anno 2023 – rileva l’istituto – i cittadini stranieri, comunitari e non comunitari iscritti al sistema previdenziale sono 4.384.044. Di questi, l’87,2 per cento sono lavoratori attivi (3.820.718). Insomma, la leggenda metropolitana secondo cui tutti gli immigrati passerebbero le giornate a bighellonare fuori le stazioni ferroviarie è pesantemente smentita dai numeri. In realtà gli stranieri contribuiscono – e non poco – a tenere in piedi molte attività, specie in settori strategici come la ristorazione. Una presenza sempre più radicata, come conferma il dato relativo agli stranieri pensionati, che sono 319.456, il 7,3 per cento del totale. Ci sono poi i percettori di prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione e mobilità), che sono 243.870 e rappresentano il 5,6 per cento del totale.​

Il 73,9 degli stranieri regolarmente in Italia, pari a 3,2 milioni di persone, proviene da Paesi non comunitari, solo 283 mila (il 6,5 percento), da Paesi comunitari dell’Ue15 e il 19,6 per cento, pari a circa 859 mila persone, dai restanti Paesi europei. Nel 2023 – si legge nel report – quelli occupati sono in maggioranza lavoratori dipendenti del settore privato (3,3 milioni) e il  57,5% sono maschi con una retribuzione media annua di circa 16.000 euro. Entrando nel dettaglio, 2,6 milioni lavorano in settori diversi dall’agricoltura e hanno una retribuzione media annua di circa 18.000 euro; circa 293 mila lavorano nel settore agricolo con retribuzione media di circa 9.500 euro; circa 492 mila sono lavoratori domestici con una retribuzione media di circa 9.300 euro. I principali paesi di provenienza degli stranieri sono: la Romania, (706 mila), l’Albania (428 mila), il Marocco (342 mil), la Cina (223 mila) e l’Ucraina (217 mila).

Il 56,7 per cento sono uomini, con forti differenze rispetto ai Paesi di provenienza

Tra i cittadini stranieri prevale il genere maschile (56,7 per cento) ma con forti differenze tra i Paesi con valori massimi per Pakistan (94,6 per cento), Bangladesh (93,7 per cento), Egitto (92,0 per cento), Senegal (82,8 per cento), India (78,0 per cento) e Marocco (71,3 per cento) e valori minimi per Ucraina (20,8 per cento), Moldova (33,3 per cento), Perù (40,7 per cento) e Filippine (42,5 per cento). Per quanto riguarda l’età i non comunitari sono generalmente più giovani: quasi la metà ha meno di 39 anni (45,6 per cento contro il 31,3 per cento dei comunitari); il 43,3 per cento ha tra i 40 e i 59 anni (contro il 52,5 per cento dei comunitari) e l’11,1 per cento ha più di 60 anni (contro il 16,2 per cento dei comunitari). Il 61,8 per cento degli stranieri censiti negli archivi dell’Istituto nel 2023 risiede o lavora in Italia settentrionale, il 23,3 per cento in Italia centrale e il 14,9 per cento nel Mezzogiorno (Italia meridionale e Isole). Rispetto alla popolazione residente, al Nord l’incidenza degli stranieri è di 9,9 su 100 residenti, al Centro 8,7 e al Sud e Isole 3,3. A livello nazionale l’incidenza si attesta a 7,4 stranieri per 100 residenti.

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