Lo Stato dovrà pagare la Pedemontana Veneta. È scritto in un ordine del giorno del deputato del Carroccio, Gianangelo Bof, che impegna il governo ad assumersi gli oneri e i costi relativi alla realizzazione dell’opera
Un disavanzo di 113 milioni di euro previsto dal 2025 al 2027, che potrebbe anche salire. È questo al momento il buco di bilancio della Pedemontana Veneta, la superstrada a pagamento che collega Vicenza a Treviso, che doveva essere pronta nel 2020 ma è stata ultimata solo nella primavera di quest’anno a causa di gravi ritardi. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha più volte affermato che l’opera sarebbe andata in pareggio nel giro di nove anni. La sua previsione, però, si basa su un’elaborazione datata 2017, che viene considerata da più parti superata. Nel frattempo si è attivato per cercare una soluzione per coprire il grosso debito, partendo da un aumento dell’Irap.
Cappelletti (M5S): “È il più grande sperpero di risorse pubbliche della storia della Repubblica”
A venire in contro al governatore, il leader del suo partito nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che nei mesi scorsi aveva ipotizzato di spalmare i debiti dell’opera nel bilancio dello Stato e in quello di Anas. La superstrada, lunga 94 km, è stata realizzata dalla società Sis dei fratelli Dogliani, che ne hanno ottenuto la gestione per i prossimi 39 anni. E incasseranno dalla Regione Veneto un canone che arriverà a 12 miliardi di euro. Il Carroccio sta dunque provando a rifilare i debiti della Pedemontana Veneta alle casse dello Stato, una specie di Autonomia differenziata al contrario in cui le Regioni spendono oltre le loro possibilità e lo Stato paga. Per farlo, punta a far approvare dal Parlamento un ordine del giorno al ddl sul mercato e la concorrenza.
A denunciare il tentativo, il deputato veneto del Movimento 5 Stelle, Enrico Cappelletti, intervenuto in Aula di Montecitorio. Il parlamentare, la scorsa primavera, aveva depositato un’interrogazione in cui chiedeva al Mit di verificare lo stato di alcune gallerie della superstrada. “Non si vede la fine nella tragicommedia della Pedemontana Veneta”, ha tuonato Cappelletti, che ha aggiunto: “Oggi, nell’ambito dell’esame del ddl sul mercato e la concorrenza, siamo davanti all’ennesima iniziativa scandalosa che ha come protagonista il Deputato leghista Gianangelo Bof, che si è visto accolto come raccomandazione un ordine del giorno che impegna il governo ad assumersi gli oneri e i costi stellari relativi alla realizzazione della superstrada. Veramente curioso che l’esponente di un partito, come la Lega, che sostiene la battaglia per l’autonomia differenziata a giorni alterni pensi di rifilare allo Stato il più grande sperpero di risorse pubbliche della storia della Repubblica italiana”.
L’esponente del partito di Giuseppe Conte è poi entrato più nel dettaglio: “A fronte di un costo di 2,258 miliardi di euro per la realizzazione della Pedemontana Veneta, la regione presieduta da Zaia ha assunto impegni di spesa addirittura per 13 miliardi di euro, circa 11 miliardi in più. Non è vero, poi, che la regione Veneto abbia dovuto assumersi l’onere di una spesa così colossale a causa del fatto che per finanziare l’opera sia stata obbligata a ricorrere alla finanza di progetto: è vero l’esatto contrario. La regione ha deciso di approvare un progetto faraonico e rendere così necessario il ricorso alla finanza di progetto, proprio per farne esploderne i costi. Su questi 13 miliardi di euro che il Presidente Zaia ha voluto accollare ai cittadini veneti c’è tutta la cifra del fallimento annunciato dell’autonomia differenziata: uno strumento che renderà la Regione Veneto in grado di moltiplicare il costo delle opere pubbliche del 600 per cento, salvo poi mandare il conto allo Stato”.
Il Pd attacca: “Ora rischiamo il bis con la Via del Mare a pedaggio tra Treviso e Jesolo”
Sulla stessa linea il Partito Democratico, che parla per bocca di Matteo Favero, responsabile Ambiente e Infrastrutture del partito di Elly Schlein in Veneto. La Lega – spiega Favero – a seconda della convenienza parla lingue diverse a Roma e in Veneto. Mentre nella nostra regione si sbandiera il sogno dell’autonomia, bocciata di recente dalla Corte Costituzionale e che non lascia alcuna risorsa in più delle nostre tasse nelle tasche dei veneti, a Roma chiede di scaricare sulle casse dello Stato centrale i debiti causati dai suoi errori come nel caso della voragine economica della Pedemontana”.
“Basti pensare – continua l’esponente dem – che il conto per i primi tre anni ammonta già a 113 milioni in più. Si tratta ancora una volta della conferma del buco milionario di questa infrastruttura fortemente voluta da Zaia. E ora rischiamo il bis con la Via del Mare a pedaggio tra Treviso e Jesolo, una strada gratuita che esiste già. Sarà sicuramente battaglia anche al Senato mi ha già assicurato il Segretario del PD Veneto, Andrea Martella”.