La Slovenia impone un embargo sulle armi a Israele
La Slovenia si distingue come il primo paese dell’Unione Europea a implementare un embargo riguardante la vendita di armi a Israele. Questa decisione è stata comunicata dal primo ministro, Robert Golob, e rappresenta una reazione alla grave crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, riporta Attuale. Il provvedimento non solo vieta la vendita di armi, ma impedisce anche il transito attraverso il territorio sloveno di armamenti diretti verso Israele o provenienti da esso. Sebbene simbolica, la misura arriva dopo che nel 2023 la Slovenia aveva già sospeso le licenze per l’esportazione di armi in Israele, paese al quale non era mai stata un fornitore significativo, dato che gli Stati Uniti seguono a ruota la Germania in termini di forniture di armamenti a Tel Aviv.
Altri stati europei avevano già adottato misure simili, interrompendo completamente (come la Spagna) o parzialmente (il Regno Unito e i Paesi Bassi) le esportazioni di armi, ma la Slovenia è stata la prima a proclamare un embargo totale. In questo contesto, il governo sloveno è tra i più critici all’interno dell’Unione nei confronti di Israele, avendo riconosciuto la Palestina nel giugno 2024, un anno prima di recenti dichiarazioni simili da parte di altri governi europei. Inoltre, due settimane fa, ha negato l’ingresso nel paese ai ministri israeliani di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, passo che è stato seguito dai Paesi Bassi.
Golob ha dichiarato che la Slovenia ha preso l’iniziativa autonomamente, esprimendo delusione per quella che percepisce come inazione da parte dell’Unione Europea, causata da «disaccordi interni e divisioni» tra i membri. Recentemente, la Commissione Europea aveva proposto di sospendere parzialmente l’accordo di cooperazione con Israele, ma non si è raggiunto un consenso tra gli stati membri, con la Germania che si è opposta in modo decisivo a questa iniziativa.