Perché non riusciamo ad avere un biglietto unico per viaggiare in treno in Europa

09.08.2024
Perché non riusciamo ad avere un biglietto unico per viaggiare in treno in Europa
Perché non riusciamo ad avere un biglietto unico per viaggiare in treno in Europa

Ursula von der Leyen lo ha proposto nuovamente. Un regolamento era pronto nella scorsa legislatura, ma gli operatori ferroviari si erano messi di traverso

Un biglietto unico per viaggiare in treno in tutta Europa. Il sogno di tanti viaggiatori, ma un’iniziativa ancora difficile da realizzare. L’obiettivo è stato proposto nel discorso di rielezione al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ma nei cinque anni del suo precedente mandato questo proposito non è stato realizzato. Vediamo quali sono le difficoltà riscontrate dall’esecutivo dell’Unione europeo e cosa potrebbe cambiare stavolta.

I disagi per i viaggiatori 

L’acquisto di biglietti che devono viaggiare in vari Stati membri dell’Ue è spesso spezzettato e i clienti devono comprare biglietti separati da diversi operatori. Questo si traduce in una mancanza di tutela se il primo treno è in ritardo, è stato cancellato o perdono la coincidenza. Pur essendo di gran lunga preferibili in termini ambientali ai viaggi in aero, grazie alle emissioni di carbonio più basse, gli spostamenti in treno a lunga percorrenza sono disincentivati anche da queste difficoltà. Ursula von der Leyen, confermata alla guida dell’Ue per altri cinque anni, ha inserito nelle sue linee guida politiche l’idea di un biglietto unico da sfruttare sui binari europei. L’esecutivo di Bruxelles ha proposto un nuovo regolamento sulla prenotazione e l’emissione di biglietti digitali unici, affinché i viaggiatori dell’Ue possa “godere dei diritti dei passeggeri per l’intero viaggio”. Una promessa che non suona originale. 

La bocciatura

Già nel dicembre 2020 era stato assunto un impegno dello stesso genere, contenuto nella “Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente”, pubblicato dalla Commissione Ue. Ne era seguita una proposta di regolamento sui servizi di mobilità digitale multimodale (nota come Mdms), contenente regole sui viaggi transfrontalieri e le relative garanzie.
Nonostante i due anni trascorsi dagli esperti di Bruxelles a consultarsi con i soggetti interessati dalle norme (operatori dei treni, associazioni dei viaggiatori, etc.), la proposta è stata bocciata dall’Ufficio di scrutinio del Comitato di controllo normativo, un servizio interno di controllo qualità che supporta i Commissari sull’idoneità delle proposte legislative presentate. 

Le difficoltà del regolamento 

A marzo 2024 è stato pubblicato un rapporto, da cui risulta che il lavoro sul regolamento è tuttora “in corso”, ma non ci sarebbero state discussioni in seno al Consiglio da settembre 2023. La Commissione ha ribadito che si tratta di un “fascicolo complesso”, che necessita di un lavoro tecnico accurato non ancora completato. Del fascicolo doveva occuparsene la commissaria ai trasporti Adina Ioana Vălean, una politica rumena. Nel regolamento le possibilità previste erano due: creare una piattaforma di prenotazione indipendente in grado di vendere i biglietti, anche combinati, di diversi operatori grazie all’accesso a tutti i dati. L’alternativa era quella di una semplice piattaforma di ricerca che avrebbe comunicato le diverse offerte in vendita. 

Secondo Carlos Ambel, che lavora per l’ong Transport & Environment, la commissaria avrebbe ritardato la pubblicazione del documento, “rendendo impossibile l’adozione prima della fine della legislatura”. Sul sito dell’ong aveva scritto nel settembre 2023: “Il regolamento dell’UE che mira a creare un unico biglietto per i viaggi in treno europei sta ancora languendo sulla piattaforma”, aggiungendo che “ora c’è un rischio elevato che l’attuale Commissione non proponga mai il regolamento”. Quel rischio in effetti si è avverato.  

L’opposizione degli operatori ferroviari 

Il settore ferroviario europeo è stato regolato da una serie di pacchetti normativi a partire dal 2001. L’ultimo capitolo era volto ad aprire i mercati nazionali alla concorrenza. “I mercati stanno lentamente accogliendo gli operatori ferroviari stranieri, ma l’Ue non regola ancora la vendita dei biglietti, inducendo i monopolisti ferroviari a  rifiutarsi di condividere informazioni complete con le piattaforme di prenotazione. Di conseguenza, i consumatori sono privati di informazioni utili di viaggio”, ha sottolineato l’esperto spagnolo in tema di trasporti. Ambel ha così messo in evidenza che “gli operatori ferroviari temono di perdere entrate dalla distribuzione dei biglietti e che metterà i nuovi concorrenti ferroviari sotto i riflettori”. Sono loro dunque che starebbero facendo pressioni per evitare questa soluzione.  

I rischi per il settore ferroviario 

a livello europeo gli operatori del settore sono rappresentati dalla Community of European Railway and Infrastructure Companies (Cer). Le misure volte a migliorare la biglietteria internazionale, “non dovrebbero avvenire a spese degli operatori dei trasporti”, ha dichiarato ad Euractiv Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Cer. I margini ridotti e gli elevati costi fissi con cui operano le imprese ferroviarie non permetterebbero di approvare nuove regole che riducano tali margini. 


Il regolamento originale non riguardava solo gli spostamenti sui binari, ma puntava ad integrare una serie di trasporti, potendo confrontare diverse opzioni di viaggio e pianificare i percorsi in base ad esigenze specifiche. È possibile, in base a quanto dichiarato da von der Leyen nelle linee guida, che stavolta Bruxelles si concentri sono sul biglietto unico ferroviario, senza insistere ulteriormente sugli scambi multimodali. 

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