Coprifuoco in Nepal dopo violenti disordini, almeno 22 morti
Mercoledì l’esercito nepalese ha imposto un coprifuoco in tutto il paese, a causa delle grandi proteste e dei disordini di lunedì e martedì. L’esercito ha dichiarato che il coprifuoco sarà in vigore fino alle 17 (ora nepalese, quindi fino alle 13:15 in Italia) e poi nuovamente dalle 6 di mattina di domani. Durante il coprifuoco non è consentito uscire di casa, eccetto per alcuni servizi essenziali, come ambulanze e vigili del fuoco, riporta Attuale.
L’esercito ha inviato diversi contingenti di soldati a pattugliare le strade delle città per garantire il rispetto del coprifuoco. La situazione è generalmente più calma rispetto a ieri. Bhandra Sharma, un giornalista del New York Times presente a Katmandu, ha osservato che l’atmosfera «ricorda i primi giorni del lockdown durante l’epidemia di Covid-19».
Lunedì e martedì si sono svolte grosse manifestazioni in diverse città nepalesi, inizialmente per protestare contro la decisione del governo di bloccare quasi tutti i social network, ma che sono rapidamente degenerati in rivolte contro la corruzione della classe politica. Gli scontri hanno causato la morte di almeno 22 persone. A Katmandu, i disordini hanno raggiunto il culmine, con manifestanti che hanno dato fuoco al complesso del parlamento, a vari edifici governativi e anche alle abitazioni di alcuni politici di spicco.
La situazione in Nepal rimane incerta: il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli, del Partito Comunista Nepalese, si è dimesso martedì a seguito delle proteste, lasciando nell’incertezza la leadership del governo. Martedì sera, diversi gruppi che avevano avviato le manifestazioni, in gran parte giovani e studenti, hanno condannato le violenze, affermando che i responsabili degli atti violenti sono individui estranei al movimento.