I due Paesi sarebbero in trattative per ricorrere al baratto su alcuni prodotti, per evitare di passare dalle banche colpite da restrizioni. Prodotti agricoli, metalli e petrolio al centro dell’accordo
Metalli, macchinari, prodotti petroliferi e agricoli. Questi sono alcuni dei beni che la Russia potrebbe scambiare con altri Stati partner, in particolare la Cina. Anziché utilizzare bonifici, lo scambio di beni potrebbe avvenire tramite il baratto. Secondo l’agenzia Reuters, Mosca e Pechino stanno pianificando un revival di questa antica pratica per aggirare le sanzioni occidentali.
Non si tratterebbe di una novità assoluta, dato che già in epoca sovietica il Cremlino aveva adoperato questo metodo per evitare i blocchi economici imposti dall’Occidente nel corso della guerra fredda. Se il baratto consentirebbe di evitare le restrizioni imposte alle banche, è anche vero che per le grandi aziende contabilizzare questo tipo di scambio sarebbe arduo. A livello fiscale poi i due Paesi rischierebbero di farsi sfuggire una mole ingente di tasse. Un’alternativa più contemporanea ci sarebbe, ma Mosca ci sta ancora lavorando.
Il piano di Russia e Cina per gli scambi commerciali
La svolta potrebbe arrivare in autunno e i primi accordi concentrarsi sui prodotti agricoli. Questa la rivelazione di un’azienda russa all’agenzia di stampa Reuters. Nel piano potrebbero rientrare anche due beni essenziali per lo sviluppo economico. Le aziende russe stavano ragionando sul barattare metalli e altre materie prime critiche, ottenendo in cambio i macchinari cinesi. Nonostante la solida alleanza tra Vladimir Putin e Xi Jinping, rafforzatasi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, gli scambi commerciali tra i due Paesi risultano in alcuni casi difficili a causa dell’inasprimento delle sanzioni occidentali contro la Russia. L’organo di stampa russo Kommersant il mese scorso ha segnalato che circa l’80% dei bonifici bancari effettuati in yuan cinesi e diretti verso la Russia sono tornati in patria, dopo essere rimasti bloccati per settimane. Le banche erano indecise se autorizzare o meno l’operazione.
Le sanzioni scomode per le banche
Con il divieto imposto alle banche russe di accedere al diffuso sistema di messaggistica Swift, Mosca si è ingegnata. Fino all’anno scorso una delle strategie per aggirare le sanzioni era quella di ricorrere a banche commerciali più piccole. Sono state anche utilizzate modalità di pagamento alternative e il ricorso a valute diverse rispetto al dollaro statunitense.
La situazione è mutata però da quando Washington ha approvato delle sanzioni secondarie che hanno “punito” le istituzioni finanziarie intente a collaborare con la Russia. Le nuove restrizioni hanno spinto le banche di alcuni Stati, come Cina, Emirati Arabi Uniti e Turchia a ridurre le transazioni con lo Stato governato da Putin. Il baratto, non prevedendo pagamenti in denaro, ovvierebbe al problema.
Altri Paesi interessati al baratto
Oltre che con la Cina, il metodo potrebbe rivelarsi efficace anche nelle relazioni commerciali con altri Stati, come ad esempio l’India e l’Iran, un altro Paese pesantemente sanzionato dall’occidente. Lo scorso anno il Pakistan è già ricorso a questo metodo per scambiare determinati beni con la Russia, in modo tale da ovviare alla scarsa liquidità. Già nel 2022 l’agenzia di stampa russa Ria Novosti aveva informato di una trattativa in corso tra il Cremlino e il regime talebano in Afghanistan. Kabul avrebbe ottenuto prodotti petroliferi russi, dando in cambio minerali, erbe medicinali e uva. Non è chiaro però se questo accordo sia stato effettivamente stipulato.
I problemi del baratto
Già all’epoca Alexandra Propenko, ex consigliera della Banca centrale della Federazione russa e oggi ricercatrice presso il Carnegie Russia Eurasia Center, aveva segnalato in un post le difficoltà nel ricorrere al baratto. “Lo scambio di beni con altri beni dovrebbe essere contabilizzato manualmente, il che creerebbe grandi difficoltà per qualsiasi azienda di grandi dimensioni o tecnologicamente avanzata che utilizzi sistemi di contabilità automatizzati”. Anche la riscossione delle tasse verrebbe complicata da questo sistema. Per questa ragione le autorità russe sono al lavoro su altri metodi per aggirare le sanzioni occidentali. Per facilitare gli scambi commerciali Mosca starebbe puntando sulle criptovalute.