Visita Consulare Riconosciuta in Venezuela: Un Segnale Positivo per gli Italiani Detenuti
Dopo 312 giorni di detenzione, l’ambasciatore Giovanni de Vito è riuscito a visitare il cooperante italiano Alberto Trentini, detenuto in Venezuela. Durante l’incontro di circa mezz’ora, l’ambasciatore ha visto anche un altro detenuto italiano, Mario Burlò. Entrambi sono apparsi in buone condizioni di salute, con accesso regolare al cibo e all’ora d’aria. Hanno riferito di essere trattati bene dalle guardie penitenziarie e di essere stati presentati all’autorità giudiziaria venezuelana, accusati di reati come terrorismo e cospirazione. L’ambasciatore ha consegnato loro lettere dai familiari e beni di prima necessità, riporta Attuale.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato l’incontro: «È un segnale positivo: per la prima volta è stato possibile incontrare questi due italiani che avevano chiesto fortemente una visita consolare. Speriamo sia il segno che il regime di detenzione si sia allegerito; è sicuramente un fatto positivo l’aver autorizzato la visita». Queste dichiarazioni sono state rilasciate da Tajani durante l’Assemblea generale dell’ONU a New York.
Il caso di Trentini e Burlò mette in luce le dinamiche complesse e spesso difficili del sistema carcerario venezuelano, dove le condizioni detentive sono frequentemente criticate dalla comunità internazionale. La visita dell’ambasciatore rappresenta una magra consolazione, ma sottolinea anche l’importanza della diplomazia nel trattamento dei detenuti italiani all’estero.
Resta da vedere se questo sviluppo inizierà una serie di incontri simili per altri detenuti italiani e quale impatto avrà sulle relazioni diplomatiche tra Italia e Venezuela. La questione della sicurezza e dei diritti umani verrà probabilmente ripresa nelle future trattative tra i due paesi.