L’aumento (mini) della pensione per due milioni di persone: le cifre e come cambia l’assegno

10.09.2024
L'aumento (mini) della pensione per due milioni di persone: le cifre e come cambia l'assegno
L'aumento (mini) della pensione per due milioni di persone: le cifre e come cambia l'assegno

Il governo studia un adeguamento dei trattamenti pensionistici minimi da inserire nella prossima legge di bilancio. Di quanti euro si parla, la proposta di Forza Italia, i costi dell’operazione e lo scoglio del piano strutturale di bilancio da presentare a Bruxelles per il rientro dal deficit eccessivo: tutto quello che c’è da sapere

L’aumento delle pensioni minime, con un adeguamento della cifra a supporto degli anziani che ricevono un importo basso, è uno degli obiettivi del governo Meloni per la prossima manovra. Almeno a parole, finora. Ma a quanto ammonterebbe l’aumento? Per l’anno in corso, il trattamento minimo di pensione è salito a 614,77 euro per tutti i pensionati. A percepire la pensione minima sono circa due milioni di persone. Secondo l’ufficio studi della Uil pensionati, nel 2025 il trattamento minimo passerebbe da 614,77 a 625,83 euro. Un aumento di circa 11 euro al mese. Nella maggioranza c’è chi vorrebbe una cifra più alta.

L’aumento delle pensioni minime nella manovra 2025

Pochi giorni fa, ai microfoni di Rete 4, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato che nello scorso biennio il suo governo ha lavorato “per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita”. Per poi rivendicare “una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo”. Sul tema si è espresso anche il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti: “Come tutte le altre voci di spesa saranno trattate. Se ne parlerà anche nel piano strutturale”, ha dichiarato.

Il riferimento di Giorgetti è chiaro. E i tempi sono serrati: entro il prossimo 20 settembre andrà presentato a Bruxelles il piano strutturale di bilancio, coerente con il nuovo patto di stabilità e l’orizzonte temporale stabiliti dall’Ue per il rientro dal deficit eccessivo, nel quale l’Italia dovrà riportare la spesa e il rientro settennale dall’enorme debito pubblico. In altre parole, il governo dovrà mettere a punto un piano pluriennale di contenimento della spesa corrente e poi trasferire gli impegni programmatici nella legge di bilancio da presentare in Parlamento nel mese di ottobre. In questa sede andranno indicate le fonti di finanziamento anche per confermare l’aumento delle pensioni minime nel 2025.

Forza Italia e le pensioni minime a 650 euro al mese

Sulla questione è molto attiva Forza Italia, e anche la Lega si dice d’accordo sul sostegno degli assegni bassi. “La rivalutazione già fatta nel 2023 va operata anche nel 2024”, ha detto Paolo Barelli, capogruppo del partito alla Camera dei deputati. Gli azzurri chiederanno agli alleati di portare il valore delle minime a 650 euro al mese. In questo caso, il costo dell’operazione si aggirerebbe intorno a un miliardo di euro. Le risorse necessarie andrebbero recuperate dalla rimodulazione delle “tax expenditures” (le agevolazioni fiscali che riducono il prelievo ai contribuenti) e della spesa “impropria” dell’Inps per l’assistenza. Considerando i carichi familiari e il patrimonio del singolo soggetto, si valuta anche un possibile tetto massimo per i pensionati sopra i 75 anni, per contenere i costi.

Lo scenario per le pensioni più alte

Per gli assegni più alti, invece, l’adeguamento sarebbe inferiore. Lo scorso anno è stata decisa una rivalutazione al 100% per le pensioni con importi fino a 4 volte il minimo (2459 euro), dell’85% per quelle eccedenti questa soglia, al 53% per quelle superiori a 5 volte, del 47% per quelle superiori 6 volte, del 37% per quelle superiori a 8 e del 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo.

Sulla base di questi dati, l’ufficio studio della Uil ha stimato che una pensione da 2.400 euro al mese passerà a 2.436, una da 2.600 a 2.633,15, una da 3.200 a 3.225,44, una da 3.800 a 3825,38, una da 5mila a 5027,75 euro. Carmelo Barbagallo, segretario dei pensionati Uil, ha dichiarato senza mezzi termini: “Temiamo che il governo voglia di nuovo fare cassa sui pensionati, tornando al meccanismo più iniquo e sfavorevole per i trattamenti pensionistici superiori a 4 volte quello minimo. La rivalutazione non è un aumento ma l’unico strumento che hanno i pensionati per recuperare in modo parziale l’inflazione dell’anno precedente. I pensionati sono il vero ammortizzatore sociale del paese”.

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