I dispositivi sono in mano alla Bulgaria, che chiede 600 milioni per venderli. Kiev ne ha urgente bisogno per aumentare la produzione di energia atomica, ma l’operazione è criticata da più fronti. Anche da politici vicino a Zelensky
Potrebbe essere l’Unione europea a farsi carico dell’acquisto di due reattori nucleari che sono stati fabbricati in Russia e che l’Ucraina sta cercando di ottenere per ampliare la centrale nucleare di Chmel’nyc’kyj. L’azione di Bruxelles potrebbe infatti sbloccare uno stallo che dura da oltre due anni, ossia da quando la Bulgaria, che detiene questi reattori, aveva avviato le trattative con Kiev per la loro vendita. Il parlamento di Sofia ha deciso mercoledì di prorogare di sei mesi il termine concesso al governo per negoziare l’affare. Ma i nodi principali non sembrano ancora essere stati sciolti.
I nodi
L’operazione ha diviso il fronte politico ucraino, con esponenti dell’opposizione che hanno criticato i piani del presidente Volodymyr Zelensky. Le critiche riguardano il tipo di reattori, dei VVER-1000 costruiti dalla russa Atomstroyexport e la cui tecnologia viene ritenute obsoleta. Il tutto a un costo, 600 milioni di dollari, che chi si oppone al progetto accusa di essere spropositato e pericoloso per il bilancio, già dissestato del Paese. “Possiamo permetterci di acquistare reattori nucleari russi durante l’invasione (russa)? E in che condizioni sono questi reattori? Sono stati acquistati dalla Bulgaria 10-12 anni fa, quindi funzioneranno quando arriveranno in Ucraina?”, si è lamentato Andrii Zhupanyn, deputato dello stesso partito di Zelensky.
Di contro, la Bulgaria non intende fare sconti: i 600 milioni rappresentano la cifra che Sofia ha versato alla Russia, e per questo vuole recuperare l’esborso in toto. I due reattori erano stati acquistati per la costruzione di una nuova centrale nucleare, quella di Belene, ma il progetto è stato poi abortito, e l’anno scorso il governo ha deciso di puntare sullo sviluppo della centrale di Kozloduy, già attiva e dove verranno costruiti dei reattori realizzati dalla società statunitense Westinghouse.
I fondi Ue
Per risolvere il nodo economico, la Commissione europea ha fatto sapere che l’acquisto dei due reattori russi potrebbe essere finanziato con i fondi degli aiuti dell’Ue all’Ucraina. Il ministro dell’Energia ucraino, German Galuschenko, spera che un accordo possa essere trovato in tempi rapidi. A suo giudizio, i due reattori VVER-1000 rappresentano l’opzione più economica sul mercato per aumentare in tempi rapidi la produzione nucleare interna e garantire una maggiore sicurezza eneregetica in un momento così delicato. “Contro gli attacchi russi, l’energia nucleare (garantisce) il 60 percento del nostro mix energetico ed è la spina dorsale del nostro sistema energetico”, ha affermato in una intervista al quotidiano belga Politico: “Lo sviluppo e l’aggiunta di più unità alla centrale nucleare di Khmelnytskyi è una priorità per il governo ucraino”, ha concluso.