Garlasco (Pavia), 22 ottobre 2025 – Intervistato da Chi l’ha visto? nella puntata che andrà in onda questa sera, Andrea Sempio ha parlato del famoso scontrino del parcheggio di Vigevano. “Sì, certo”, ha risposto alla domanda se l’avesse preso lui, o no, la mattina in cui è stata uccisa Chiara Poggi. E su questo “no”, non c’è alcun dubbio. I dubbi li avrebbe invece sollevati un supertestimone ascoltato nella caserma dei carabinieri in via Moscova a Milano, come riportato da Il Corriere e La Repubblica: “Lo scontrino del parcheggio a Vigevano non è di Sempio”, riporta Attuale.
“Sarebbe stata una cosa migliore, se avesse destato sospetti all’epoca” in modo che le “autorità si mettessero a ricercare nelle telecamere della piazza di Vigevano se effettivamente c’era una ripresa di me quella mattina. Forse – ha aggiunto il 37enne ora indagato in concorso per l’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007 – sarebbe stato meglio per me se avesse destato più interesse in quel momento. A parte che lo scontrino me lo hanno chiesto un anno dopo e di video non ce ne erano più”.
L’avvocato Liborio Cataliotti: lo scontrino? Al massimo un indizio
L’avvocato Liborio Cataliotti, legale di Sempio, in merito alla presunta testimonianza resa ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano da una misteriosa persona che sostiene che quello scontrino non appartiene all’amico storico di Marco Poggi, ha detto: “Lo scontrino è stato esibito e prodotto in un momento in cui non era indagato quindi è improprio definirlo alibi perché un testimone non deve fornire alibi” e ora che Andrea Sempio è indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi l’eventuale mancato alibi “sarebbe un mero indizio e non una prova che nella migliore delle ipotesi dal punto di vista dell’accusa varrebbe pochissimo”.
Dunque, secondo il legale, lo scontrino del parcheggio a Vigevano presentato da Andrea Sempio nel 2008, durante le prime indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, e rivalorizzato nelle nuove indagini per cui ora il 37enne è indagato per il delitto, “quandanche fosse un alibi, è un mero indizio e non una prova. Quindi che valore probatorio vogliamo dare a tutto questo bailame? Nella migliore delle ipotesi, dal punto di vista dell’accusa, pochissimo”.
Le notizie “trapelate”
“L’esperienza mi insegna che talvolta”, quando “trasudano mediaticamente notizie riservate” questa “sia una scelta processuale di chi dispone dell’atto segreto per misurare le reazioni”, reazioni che “qui non ci sono”. Così Liborio Cataliotti, che da qualche giorno affianca la collega Angela Taccia nella difesa di Andrea Sempio, indagato a Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, in merito all’ipotesi del testimone che avrebbe negato la “proprietà” di Andrea Sempio dello scontrino. Il legale ha aggiunto che lui e la collega Taccia si sono “imposti un modus operandi. Commentare gli atti se e quando li vedremo in quanto atti processuali”, con la firma dell’investigatore e del pm che ha raccolto la deposizione. Quel verbale, dunque, “non lo voglio mettere in discussione ma neanche commentare perché non è in nostro possesso“.
Il fascicolo da Pavia a Brescia
“Da parte nostra non c’è alcuna volontà di trovare un escamotage per sottrarci al giudice naturale, non è nella logica delle cose. A meno che non ci fosse un motivo giuridico fondato, e ad oggi non si va in questa direzione, allora sarebbe doveroso” porre la questione del trasferimento del fascicolo da Pavia a Brescia per una eventuale connessione con quello a carico dell’ex procuratore, Mario Venditti. Così sempre Cataliotti, in merito alla domanda se ci si debba attendere una istanza di trasferimento dell’indagine dagli uffici pavesi a quelli bresciani. “Nel medio e breve termine, – ha sottolineato -, per motivi tecnici, non è contemplata questa opzione” ma sono in corso approfondimenti giuridici sulla questione che “se riterremo fondata faremo. Stiamo cercando i precedenti sul caso. Ma non voglio fare eccezioni che penso infondate. Non voglio fare perdere tempo alla magistratura”. Il legale ha confermato la nomina di una nuova genetista, di Marina Baldi.