Cosa rischia Scholz con le elezioni in Brandeburgo

24.09.2024
Cosa rischia Scholz con le elezioni in Brandeburgo
Cosa rischia Scholz con le elezioni in Brandeburgo

Per anni è stato il regno dei socialdemocratici, ma i sondaggi danno in vantaggio l’estrema destra dell’Afd. In caso di sconfitta il cancelliere potrebbe dimettersi

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è alle prese da mesi con una gigantesca crisi. E il Brandeburgo potrebbe essergli fatale. Questo fine settimana sono attese in Germania le elezioni amministrative nello Stato dove i socialisti risultano storicamente vittoriosi e dove proprio il capo di Stato ha il suo bastione. Il panorama politico è però mutato profondamente e il partito di estrema destra Afd potrebbe vincere nuovamente, dopo i successi in Turingia e Sassonia delle scorse settimane. Un’altra sconfitta per i socialdemocratici avrebbe stavolta un peso diverso.

Scholz in Brendeburgo si sente il padrone di casa e una batosta alle urne lo declasserebbe anche a livello nazionale. Con la crisi della Volkswagen che rischia di travolgere il Paese, finora l’unica mossa “forte” del cancelliere è stata quella dei controlli alle frontiere e la promessa di aumentare i respingimenti. La lotta anti-immigrati non puzza solo di svolta a destra, ma anche di assenza di idee alternative. Improbabile che basti per far mutare rotta a quella parte di elettorato tedesco che gli ha voltato le spalle.  

Cosa dicono i sondaggi per le elezioni in Brandeburgo

Il Brandeburgo è lo Stato che circonda Berlino, il decimo più popoloso della Germania, con 2,6 milioni di abitanti. Qui il tasso d’immigrazione è fermo al 12%. Poca roba rispetto alla media del 30% che si riscontra nel resto del Paese. In questa regione meno industrializzata, ma che ha conservato molte aree verdi, sono venuti a vivere tanti berlinesi in fuga dalla capitale. Politicamente è una roccaforte del partito Spd. I socialdemocratici sono arrivati primi in tutte le elezioni regionali in questo ex stato della Germania dell’Est, guidandone la riunificazione dopo la caduta del muro. Stavolta però i sondaggi li danno al secondo posto, col 27% dei voti contro il 28% attribuito all’AfD. Il vantaggio è risicatissimo ma la dice lunga sulla perdita di consensi del cancelliere Scholz. 

Secondo gli analisti l’Spd resterà comunque al governo regionale grazie ad una coalizione, ma resta il segnale di quanto sia ormai impopolare il governo centrale in Germania. Le altre piazze sono contese dal Partito Cristiano Democratico (Cdu), fermo al 15% circa, poi il partito di sinistra Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), un pelino più in basso rispetto ai cristiano-democratici. Anche il Brandeburgo conferma il crollo totale sia dei Verdi che del partito di sinistra radicale Linke, entrambi sotto il 5%. Probabile quindi che l’Spd prosegua in un governo di coalizione con Cdu e Verdi, guidato dal socialdemocratico Dietmar Woidke, candidato per il suo quarto mandato. In caso di vittoria sarebbe un record in termini di continuità di leadership politica. Ma basterà a salvare la testa di Scholz? 

Il fattore Tesla

Mentre nel resto della Germania impazza la crisi della Volkswagen, che progetta licenziamenti e chiusure di stabilimenti, il sito industriale principale del Brandeburgo fa capo al magnate Elon Musk. Dal 2022 Tesla produce auto elettriche nei pressi dell’aeroporto internazionale di Berlino-Brandeburgo (BER), intitolato a Willy Brandt. La fabbrica situata a Grünheide è la prima installata in Europa dell’imprenditore sudafricano, che dà lavoro a circa 7mila dipendenti provenienti da 50 paesi.

Grazie a queste cifre Tesla risulta il principale datore di lavoro privato dello Stato-regione. Il miliardario è diventato ormai un vero e proprio “fattore” dell’ultradestra, sia negli Stati Uniti che in Europa. Al momento Musk sembra impegnato soprattutto nella campagna elettorale Usa per sostenere il suo alleato Donald Trump, ma non è escluso che decida di affacciarsi su X per qualche post sull’appuntamento elettorale tedesco. 

Cosa succede a Scholz se perde le elezioni in Brandeburgo 

Il cancelliere Scholz lotta da settimane per uscire dall’impopolarità montante a cui lo condannano elezioni, media e sondaggi. Si è rifugiato nei controlli alle frontiere per placare gli animi sempre più bollenti dei tedeschi, ma le voci intorno al Bundestag vociferano di una ghigliottina pronta in caso di sconfitta in Brandeburgo. Al suo posto la coalizione rosso-verde-gialla potrebbe piazzare il ministro della Difesa Boris Pistorius, l’unico a godere di popolarità in Germania tra i politici al governo. Da scenario fantascientifico, questa ipotesi sta diventando più concreta. Il voto del 22 settembre dirà se cadrà o meno la testa Scholz.

Lascia un commento

Your email address will not be published.