Tim Davie lascia la BBC dopo lo scandalo sulla manipolazione di un discorso di Trump
Dopo un acceso dibattito sulla faziosità della BBC, il direttore generale Tim Davie ha annunciato le sue dimissioni martedì, in seguito alla rivelazione che un discorso del presidente americano Donald Trump era stato trasmesso in forma manipolata all’interno di un documentario. Davie ha dichiarato di essere «fieramente orgoglioso» della propria organizzazione e ha esortato il personale a «combattere per il nostro giornalismo», riporta Attuale.
In un intervento di saluto, Davie ha riconosciuto che «sono stati commessi alcuni errori che ci sono costati», ma ha avvertito che i critici della BBC «li stanno usando come arma»: «Questi sono tempi difficili – ha detto – ma ce la faremo». Tuttavia, non ha fatto riferimento alla minaccia di Trump di richiedere un risarcimento di un miliardo di dollari, a meno che la BBC non faccia pubblica ammenda per le manipolazioni entro venerdì. Finora, non è pervenuta alcuna reazione ufficiale da parte dell’emittente, suggerendo che i legali stiano valutando la situazione.
Anche Downing Street ha evitato di commentare le intimidazioni del presidente americano. Un portavoce del premier laburista Keir Starmer ha affermato: «È un affare della BBC», sottolineando che «la nostra posizione è chiara: la BBC è indipendente e spetta a loro rispondere alle domande sulle loro decisioni editoriali». Tuttavia, Starmer si trova in una posizione delicata, dovendo bilanciare la difesa di una delle principali istituzioni nazionali con la necessità di mantenere relazioni positive con l’Amministrazione Trump.
Con le dimissioni di Davie, è iniziata la ricerca della sua successione. La selezione del nuovo direttore generale non sarà rapida, ma sembra certo che per la prima volta nella storia centenaria della BBC, una donna assumerà il ruolo di vertice. I nomi in corsa per la successione sono tutti femminili, con candidate di spicco come Jane Turton, attuale a capo della casa di produzione All3Media, e Kate Phillips, responsabile dei contenuti della BBC, autrice di alcuni dei programmi più fortunati recente.
La nuova direttrice generale avrà l’importante compito di rinnovare lo statuto della BBC, che viene negoziato ogni dieci anni con il governo, stabilendo criteri e finanziamenti necessari per il futuro dell’emittente. Da destra, è stata avviata una campagna per abolire il canone, preannunciando così la necessità di un ridimensionamento della BBC.
Ma che caos! La BBC sta diventando un campo di battaglia per le chiacchiere politiche. E chissà chi sarà il prossimo a prendere il timone. Dipenderà da chi avrà il fegato di affrontare certe pressioni. Speriamo solo che il nuovo direttore possa ripristinare un po’ di credibilità. In altri posti non si tollererebbero simili trasgressioni!