Dieci anni dopo il Bataclan, l’Isis continua a mietere vittime in Africa

12.11.2025 02:25
Dieci anni dopo il Bataclan, l'Isis continua a mietere vittime in Africa

Commemorazione del decennale degli attentati di Parigi: allerta per attività terroristiche

Roma, 12 novembre 2025 – Come dieci anni fa, fiori e candele sono tornati a circondare la statua di Place de la République. “Paris se souvient”, “Parigi ricorda”, e – accogliendo l’invito della sindaca Anne Hidalgo – si prepara domani a commemorare le oltre 130 vittime e 350 feriti degli attentati del 13 novembre 2015, quando un commando dello Stato Islamico effettuò un’ondata coordinata di attacchi allo Stade de France, al Bataclan – dove furono uccisi 90 giovani durante il concerto del gruppo rock statunitense Eagles of Death Metal –, e nei locali del centro città: Le Petit-Cambodge, Le Carillon, la Bonne Bière, Comptoir Voltaire, La Belle Equipe, riporta Attuale.

Un incubo che la capitale francese rivive mantenendo alta l’attenzione. Dopo che Salah Abdeslam, l’unico superstite del commando, – condannato all’ergastolo e detenuto in condizioni di massima sicurezza nel penitenziario di Vendin-Le Veil, nel nord della Francia – è stato trovato in possesso di una chiavetta Usb contenente propaganda jihadista, la Procura nazionale antiterrorismo (Pnat) ha richiesto la carcerazione preventiva per associazione a delinquere di stampo terrorista della sua ex compagna 27enne Maëva B., sospettata di aver pianificato un attentato, e di altre due persone: un 20enne che la donna aveva sposato con rito religioso e un 17enne. Sebbene Maëva B. abbia ammesso di aver fatto consegnare la chiavetta ad Abdeslam durante un colloquio, il terrorista – assicura la direttrice generale per la sicurezza interna della Francia, Céline Berthon – non sarebbe “coinvolto nel progetto di attentato”. Secondo l’intelligence, Abdeslam resta “radicalizzato”, ma per la sua avvocata, Olivia Ronen, sarebbe pronto a impegnarsi in un processo di giustizia riparatrice. “Amerebbe poter spiegare la situazione, discutere, aprire una porta alle parti civili a cui ha già presentato le proprie scuse durante il processo”, ha detto Ronen chiarendo che la questione della chiavetta risale a 10 mesi fa e che Abdeslam non ha più rapporti con Maëva B. dallo scorso aprile.

In dieci anni lo scenario è cambiato. L’Isis ha perso la ‘I’ di Iraq – dove ieri l’affluenza alle elezioni politiche ha superato il 55% – e la ‘S’ di Siria, Paese che ha appena discusso il suo ingresso nella coalizione internazionale anti-Stato Islamico guidata dagli Stati Uniti. Per l’Occidente è stato sconfitto nel 2017 e ufficialmente decapitato nel 2019 con la morte di Abu Bakr al-Baghdadi. Ma nel 2024 l’organizzazione terroristica è stata responsabile di 1.805 morti in 22 Paesi. “Lo Stato Islamico esiste ancora. È stato decapitato nella sua manifestazione come califfato in Medio Oriente, ma si è riorganizzato e, ad oggi, ha un forte baricentro africano – spiega Francesco Strazzari, professore di relazioni internazionali alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa –. Tra il deserto siriano e alcune porzioni d’Iraq, l’Is mantiene un’infrastruttura militante, però non al livello che vediamo nei Paesi africani o in Asia. Attualmente è in una fase di ripiegamento ma mantiene la sua macchina di propaganda”. Sotto un nuovo “califfo nero – spiega Strazzari – che sembrerebbe trovarsi in Somalia, nel Puntland, l’Is si sta muovendo in nuovi territori dove trova margini di manovra.

Mentre lo Stato islamico tenta di riorganizzarsi, un nuovo focus sull’Europa per ora è poco probabile ma ci sono alcuni elementi di rischio. Il primo, per Strazzari, riguarda una possibile “fuga di massa dei miliziani dell’Is imprigionati nei campi tenuti da forze a guida curda”. Inoltre, “se alcuni dei conflitti, anche quelli che coinvolgono Israele, degenerassero ulteriormente, lo Stato islamico troverebbe alimento”.

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