Le forze statunitensi mobilitano un contingente navale nei Caraibi, portando a un significativo aumento di tensione, mentre gli attacchi contro gli obiettivi legati al traffico di droga hanno causato almeno 70 vittime. Si ipotizza che il presidente Trump stia puntando alla rimozione di Nicolas Maduro, riporta Attuale.
La crescente presenza militare statunitense nei Caraibi
La portaerei Ford è stata dispiegata nei Caraibi sotto il Comando Sud americano, parte della Joint Task Force diretta contro i narcos e, eventualmente, il Venezuela. L’intenzione di Trump di avviare una nuova escalation militare rimane incerta, nonostante le forze siano pronte ad agire in qualsiasi momento.
Possibili obiettivi delle operazioni
Secondo il Washington Post, il dispositivo statunitense è progettato per affrontare diversi livelli, iniziando con gli scafi coinvolti nel traffico di droga, con già 20 attacchi condotti, inclusi in ambito pacifico. Le operazioni hanno suscitato forti proteste, specialmente da parte della Colombia che, in seguito alla morte di alcuni connazionali coinvolti, ha interrotto la cooperazione.
Il secondo livello degli obiettivi include le installazioni a terra dei trafficanti, come le piste clandestine in Apure e Catatumbo, e le strutture produttive di coca. Il terzo livello coinvolge direttamente forze militari venezuelane, con potenziali incursioni mirate a neutralizzare radar e sistemi missilistici, nonché installazioni come le basi El Libertador e Tiuna.
Strategie e risposte nella regione
Il Pentagono ha attivato un’ampia mobilitazione comprendente cacciatorpedinieri e almeno un sottomarino nucleare armato di missili Tomahawk. Sono previsti anche sbarchi con l’ausilio di marines, mentre ali delle forze aeree, tra cui F 35 e F 18, sono già attive. La base di Portorico è stata riattivata, aumentando le capacità operative statunitensi nella regione.
Le ripercussioni internazionali
Le possibili azioni contro il regime di Maduro pongono interrogativi sulla legittimità della campagna. Esperti di diritto internazionale sollevano preoccupazioni riguardo le violazioni delle normative internazionali in un contesto in cui il rispetto delle regole sembra sempre più venire meno.
Timori di escalation
Con l’aumento delle operazioni, cresce la preoccupazione riguardo ai gruppi di guerriglieri colombiani nel Venezuela, che potrebbero trovarsi nel mirino statunitense. L’attuale mobilitazione militare di Caracas, con il ministro della Difesa che ha dichiarato lo stato d’allerta generale, potrebbe riflettere tensioni crescenti e timori di conflitto imminente.