Ukraine, le reazioni al piano di pace americano: proposte inaccettabili da Kiev
KIEV – La proposta di pace americana, presentata dal generale Dan Driscoll in visita a Kiev, è già stata definita “assurda e inaccettabile” dal governo ucraino. Dopo un incontro del presidente Volodymyr Zelensky con i generali statunitensi, le reazioni a questo piano di 28 punti sono state chiare: le condizioni imposte non verranno accettate, riporta Attuale.
L’incontro ha evidenziato una crescente tensione, poiché il documento proposto include misure drastiche come l’abbandono di un Donbass smilitarizzato, la riduzione della forza militare ucraina, e la rinuncia a qualsiasi sogno di un’adesione alla NATO. L’ammissione della lingua russa come lingua ufficiale e la restituzione delle proprietà alle chiese ortodosse moscovite sono ulteriori motivi di indignazione. Dall’ufficio presidenziale di Kiev, è emerso che una tale proposta equivarrebbe a una resa incondizionata.
Il clima attorno alla visita di Driscoll è prevalso: sebbene la presenza di un alto ufficiale americano segni un momento di dialogo, le richieste avanzate sembrano essere più un tentativo di disorientare gli alleati europei che una reale opportunità di pace. Tra le voci critiche, il parlamentare Yaroslav Yurchyshyn ha paragonato il piano a “cessioni imposte alla Cecoslovacchia nel 1938”, evidenziando come questo piano serva unicamente ai russi per guadagnare tempo di fronte alle sanzioni imminenti che saranno rese operative dall’amministrazione Trump.
Le discussioni sull’esito dell’incontro si sono ampliate anche al tema della corruzione, con preoccupazioni espresse riguardo a possibili dimissioni in seguito allo scandalo che coinvolge l’amministrazione di Zelensky. Nonostante questo, si è affermato che il consigliere Andriy Yermak rimarrà in carica, nonostante le critiche.
La proposta di leasing dei territori occupati, menzionata come elemento chiave del piano, ha suscitato forti reazioni tra i funzionari di Kiev. Dall’ufficio di Zelensky, è stata sottolineata la volgarità di una clausola che prevede che Mosca ottenga i territori conquistati in cambio di un pagamento di “affitto”, riducendo così Kiev a una mera detentrice legale senza controllo effettivo.
La situazione rimane tesa, e nel corso della giornata le discussioni sono proseguite senza giungere a un accordo, con la consapevolezza che il sostegno internazionale rimane cruciale per l’Ucraina in questo delicato frangente. Con le parole della direttrice di un’ONG ucraina che si occupa di profughi, “è una proposta che ignora totalmente chi vive nel Donbass”, è evidente che la voce dei cittadini deve essere considerata nelle trattative per la pace.