Ad annunciarlo sono stati gli eurodeputati ungheresi durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Ora sul caso dovrà esprimersi l’europarlamento
L’Ungheria ha chiesto la revoca dell’immunità per l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Salis. Ad annunciarlo sono stati gli eurodeputati ungheresi durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
Il post di Ilaria Salis: “I tiranni non digeriscono le critiche”
Una decisione preannunciata dalla stessa Salis con un post sui suoi canali social:
“A breve – si legge nel post condiviso dall’eurodeputata – sarà annunciata al Parlamento Europeo di Strasburgo la richiesta di revoca della mia immunità da parte delle autorità ungheresi. Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in Plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche”.
“Non c’è in gioco solo il mio futuro personale”
“Come ho già detto più volte – prosegue Salis -, auspico che il Parlamento scelga di difendere lo stato di diritto e i diritti umani, senza cedere alla prepotenza di una ‘democrazia illiberale’ in deriva autocratica che, per bocca anche dei suoi stessi governanti, in diverse occasioni mi ha già dichiarato colpevole prima della sentenza. In gioco non c’è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l’Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie. Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista. Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell’antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia”.
La replica di Budapest: “Sconcertante che faccia la vittima”
A stretto giro è arrivata la replica, al vetriolo, del segretario di Stato per le comunicazioni e le relazioni internazionali dell’Ungheria, Zoltan Kovacs. Il fatto che Ilaria Salis si “comporti come una sorta di vittima”, scrive, “non è solo sconcertante, ma anche assolutamente disgustoso. Lasciatemi chiarire ancora una volta: non sei stata arrestata per le tue ‘opinioni politiche’ – dice riferendosi a Salis -, sei stata arrestata e processata per casi di aggressione a mano armata contro ungheresi innocenti. Tutta questa farsa è uno scherzo, tu non sei democratica e non sei una martire. Sei una delinquente comune”.
Il caso Salis, dall’inizio
Salis era stata arrestata l’11 febbraio del 2023 assieme ad alcuni ragazzi tedeschi con l’accusa di avere aggredito tre militanti neonazisti a Budapest. È seguita un’accesa polemica sulle sue condizioni di detenzione e hanno fatto scalpore le immagini di lei condotta in catene in aula. Dopo diversi “No”, il 15 maggio scorso il tribunale del riesame di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’attivista concedendole gli arresti domiciliari. Meno di un mese dopo, con un bottino di 176.434 voti, Salis è diventata europarlamentare conquistando un seggio nel Parlamento Ue grazie alla candidatura alle elezioni europee con Alleanza Verdi-Sinistra (Avs).
La liberazione e il ritorno in Italia
A metà giugno, dopo alcuni giorni con il braccialetto elettronico, il giudice ungherese le ha concesso l’immunità e l’attivista ha fatto ritorno in Italia. La legge europea prevede infatti che i membri dell’europarlamento possano beneficiare dell’immunità sul territorio nazionale e in ogni altro Stato membro. Il capo di gabinetto dell’esecutivo ungherese, Gergely Gulyás, aveva annunciato subito dopo l’elezione che il governo di Orbán avrebbe chiesto “al Parlamento europeo la revoca dell’immunità”. Se la maggioranza del Parlamento europeo voterà per la revoca, aveva spiegato Gulyás, “il procedimento penale potrà continuare durante il mandato dell’eurodeputata. In caso contrario potrà proseguire al termine del mandato”.
Cosa succede adesso
Sul caso Salis dunque dovrà esprimersi l’europarlamento. L’iter è quello già spiegato all’Adnkronos da Fiammetta Borgia, professore di Diritto internazionale presso l’Università di Tor vergata. La richiesta del governo ungherese dovrà essere “esaminata dalla commissione giuridica del Parlamento che può anche richiedere l’audizione dell’europarlamentare e che alla fine emette un parere motivato. Il documento prodotto in commissione va in votazione al Parlamento europeo. La maggioranza richiesta con cui può essere revocata l’immunità è quella semplice, 50%+1, ma Salis non può votare per conflitto di interessi”. In ogni caso anche se l’immunità dovesse venire concessa, il processo contro Salis proseguirebbe al termine del mandato. Intanto dal parlamento europeo fanno sapere che la commissione deputata a esprimersi ha bisogno di solito di almeno tre riunioni per adottare decisione nel merito.