I trattori scendono di nuovo in piazza: stavolta la colpa è di un trattato con l’America Latina

18.11.2024
I trattori scendono di nuovo in piazza: stavolta la colpa è di un trattato con l'America Latina
I trattori scendono di nuovo in piazza: stavolta la colpa è di un trattato con l'America Latina

In Francia sono iniziate le proteste contro il Mercosur, che potrebbero estendersi anche all’Italia. Concorrenza sleale e sicurezza degli alimenti al centro delle contestazioni

Scendono di nuovo in piazza i trattori europei. Stavolta al centro delle contestazioni c’è il Mercosur, l’accordo commerciale che l’Unione europea è sul punto di concludere con quattro Paesi dell’America latina. Le proteste partono dalla Francia, il Paese che più si sta opponendo alla conclusione del trattato, ma si sono estese rapidamente a Germania, Polonia e Italia. Le aziende agricole europee temono danni e ripercussioni negative derivanti dall’eliminazione o dall’abbassamento dei dazi sui prodotti agricoli in ingresso sul mercato europeo dai quattro Stati latinoamericani che stanno per firmare con Bruxelles. 

Al centro delle critiche, oltre all’arrivo di alimenti a prezzi troppo bassi,  c’è anche l’inadeguatezza dei controlli sanitari. Le produzioni dall’America del Sud non rispettano gli stessi standard imposti dall’Unione europea in materia di limitazioni nell’uso di pesticidi, né di controlli veterinari sugli animali. Tutte condizioni che andrebbero a creare una situazione di “concorrenza sleale”, denunciano i produttori europei. Alcuni dei leader protagonisti nelle negoziazioni, come la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva e l’argentino Javier Milei sono riuniti a Rio de Janeiro per il G20. Molti esperti ritengono che il vertice potrebbe essere decisivo per avvicinarsi alla chiusura del trattato.

Le proteste in Francia contro il Mercosur

In prima fila nelle proteste contro il Mercosur ci sono le organizzazioni degli agricoltori francesi. Denunciano la proposta di accordo di libero scambio tra l’Ue e i Paesi latinoamericani (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Nel principale Paese agricolo del continente è in atto dal 18 novembre una vasta mobilitazione. Rispetto alle manifestazione dei mesi scorsi, è stata presa la decisione di evitare i blocchi stradali, che avevano paralizzato il Paese nel corso delle manifestazioni di febbraio. Stavolta gli agricoltori parlano di “fuochi della rabbia”. A sponsorizzare le manifestazioni è la principale sigla sindacale del settore, la Fnsea associata ai Giovani Agricoltori (JA). Per ora si tratta di “azioni simboliche”, con “85 punti di manifestazione”, come annunciato ai microfoni di Rmc il presidente dei Giovani agricoltori Pierrick Horel. Le manifestazioni si concentreranno anche davanti alle prefetture. 

Il ministro dell’Interno transalpino, Bruno Retailleau, ha avvertito gli agricoltori che ci sarà “tolleranza zero” nei confronti di “blocchi permanenti” delle strade. I primi cortei si sono messi in marcia sin dalla sera del 17 novembre nei dintorni della base aerea di Villacoublay, vicino Parigi. “Un rapporto di audit dell’Ue ha appena scoperto delle falle nelle procedure brasiliane di controllo del rispetto delle norme sanitarie”, ha sottolineato la Fédération nationale bovine. “Nonostante ciò, la Commissione europea sta portando avanti i negoziati che consentiranno un accesso supplementare a 99mila tonnellate di carne bovina sudamericana”, ha messo in evidenza l’organizzazione. Il presidente francese Emmanuel Macron è impegnato a convincere altri Stati membri, come la Polonia, a creare una minoranza di blocco all’interno dell’Ue per impedire la firma del trattato.

La posizione di Germania e Spagna sul Mercosur

In Germania le valutazioni sul Mercosur sono mutate profondamente nel corso degli anni. Se l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel era riluttante a firmare l’accordo a causa della deforestazione in Amazzonia, il socialista Olaf Scholz ha visto nel Mercosur un’opportunità per espandere gli sbocchi per l’industria tedesca, in particolare quella dell’automotive. Con il collasso della sua coalizione di governo, le imprese agricole si sentono orfane di una guida. L’Associazione tedesca degli agricoltori (Dbv) chiede di rinegoziare urgentemente l’accordo, temendo la “sostituzione della produzione nazionale con importazioni conformi agli standard del secolo scorso, a scapito dei consumatori, degli agricoltori, degli animali, dell’ambiente e del clima”, ha spiegato Joachim Rukwied, presidente della Dbv.

Anche se non sono in agenda manifestazioni ufficiali, è possibile che i trattori convergano al confine franco-tedesco. Il premier spagnolo Pedro Sanchez si è detto invece favorevole a concludere le negoziazioni per il Mercosur, ma persistono resistenze nel mondo agricolo iberico, in particolare da parte degli allevatori. L’associazione Assaja ha denunciato un accordo “obsoleto e incoerente”. Secondo il ministro dell’Agricoltura Luis Planas a beneficiare del trattato sarebbe alcuni settori strategici come il vino e l’olio d’olivo, mentre ha ammesso che altri, come la produzione di carne bovina, potrebbero risentirne. 

I timori degli agricoltori italiani sul Mercosur 

Mentre Giorgia Meloni volava a Rio de Janeiro, diretta al vertice del G20 in Brasile, la Coldiretti le ha scritto per esprimere la sua “profonda preoccupazione” in merito al Mercosur, parlando di “effetti devastanti sul settore agroalimentare”. L’associazione agricola ha messo in evidenza la differenza negli standard produttivi. “Nell’area Mercosur, vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull’uso di sostanze chimiche e tecniche di produzione. Basti pensare al fatto che il Brasile negli ultimi venti anni ha quadruplicato l’uso di pesticidi. Si tratta peraltro di sostanze che usano principi attivi spesso vietati nell’Unione Europea”, si legge nella lettera. Pur non essendo previste nell’immediato delle manifestazioni nella Penisola, alcune associazioni agricole ritengono che un’accelerazione nella firma senza ulteriori cautele potrebbe riportare nelle strade i produttori agricoli, già messi in ginocchio da alluvioni e siccità. 

Lascia un commento

Your email address will not be published.