Per espellere i migranti l’Ue vuole creare dei centri fuori dall’Europa

12.03.2025
Per espellere i migranti l'Ue vuole creare dei centri fuori dall'Europa
Per espellere i migranti l'Ue vuole creare dei centri fuori dall'Europa

La Commissione ha proposto di permettere la creazione di hub in cui mandare le persone che hanno ricevuto un ordine di espulsione, ma si tratta di qualcosa di “completamente differente” rispetto al Patto tra Italia e Albania

L’Unione europea apre alla possibilità di creare degli “hub per i rimpatri” di migranti irregolari nei Paesi terzi, ma si tratta di qualcosa di “completamente differente” rispetto al Patto tra l’Italia e l’Albania. Oggi la Commissione europea ha presentato un nuovo regolamento per istituire un Sistema europeo comune per i rimpatri, che promette procedure “più rapide, semplici ed efficaci” in tutta l’Ue.

Diverso dal modello Albania

Tra le riforme proposte c’è anche la possibilità per i governi del blocco di stipulare patti con Paesi terzi disposti ad accogliere migranti irregolari, ma solo quelli che hanno ricevuto un ordine di espulsione. “Si tratta di qualcosa di completamente differente rispetto al modello del Patto tra Italia e Albania, che riguarda i richiedenti asilo”, ha specificato il commissario europeo agli Affari interni e alle Migrazioni, Magnus Brunner, nella conferenza stampa di presentazione del nuovo regolamento sui rimpatri.

“Penso che sia molto importante sottolineare che questi hub di rimpatrio sono pensati per quelle persone che si trovano illegalmente nell’Unione europea. Quindi, quando le decisioni di rimpatrio finali sono prese e queste persone hanno già attraversato tutte le procedure nell’Unione europea, compreso il diritto di ricorso”, ha aggiunto la vicepresidente della Commissione, Henna Virkkunen.

Aumentare le espulsioni

Attualmente, meno del 20 per cento delle decisioni di espulsione vengono effettivamente seguite da un rimpatrio all’interno dell’Ue e Bruxelles vuole consentire agli Stati membri di esplorare “nuove soluzioni” per accelerare questa pratica. La proposta della Commissione prevede quindi un meccanismo che permetta agli Stati membri di aprire centri per migranti in Paesi al di fuori del blocco, attraverso patti bilaterali tra i governi interessati.

Tuttavia, l’esecutivo comunitario non ha intenzione di aprire centri propri, lasciando questo compito agli Stati membri. La Commissione, dunque, si limita a creare un quadro giuridico e richiede che questi patti siano conformi al diritto internazionale; per il resto, spetterà ai singoli Paesi membri riuscire a raggiungere un accordo con una determinata nazione.

Uno dei punti ancora da chiarire è chi stabilirà che un determinato Paese sia sicuro per i migranti che vi saranno eventualmente trasferiti, poiché i criteri di sicurezza di un governo potrebbero differire da quelli di Bruxelles. “La Commissione esaminerà” eventuali accordi, “così come sicuramente lo faranno le organizzazioni internazionali, come l’Unhcr”, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha assicurato il commissario Brunner.

Creare un sistema europeo

Il nuovo regolamento, che dovrà essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio Ue, punta innanzitutto ad armonizzare i 27 diversi sistemi di espulsione esistenti, creando un vero e proprio sistema europeo con procedure comuni per l’emissione delle decisioni di rimpatrio e un ordine di rimpatrio europeo emesso dagli Stati membri. Sono inoltre previste norme e sanzioni più severe per i richiedenti asilo respinti che rifiutano di lasciare il territorio europeo, tra cui la confisca dei documenti d’identità, la detenzione – il cui periodo massimo passa da 18 a 24 mesi – e il prolungamento del divieto di ingresso.

Infine, il regolamento introduce il riconoscimento reciproco delle decisioni di espulsione prese dai diversi Stati, permettendo, ad esempio, che un’espulsione decisa in Austria possa essere eseguita in Spagna. Tuttavia, considerando le difficoltà attuali nel rimpatriare i migranti irregolari presenti sul proprio territorio, appare ancora più complesso riuscire a espellere anche quelli provenienti da altri Paesi membri.

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