La classifica delle migliori università: Sapienza prima al mondo negli studi classici

12.03.2025
La classifica delle migliori università: Sapienza prima al mondo negli studi classici
La classifica delle migliori università: Sapienza prima al mondo negli studi classici

È stata pubblicata l’edizione 2025 Qs World University Rankings, l’analisi che confronta sotto diversi aspetti oltre 1.700 atenei in 100 Paesi. Presenti 56 istituti italiani, per un totale di totale di 632 piazzamenti

Dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) ad Harvard, passando per l’Imperial College di Londra e Oxford, sono ancora Stati Uniti e Gran Bretagna i Paesi che dominano la classifica delle migliori università del mondo, mentre la Sapienza di Roma si conferma al primo posto per gli studi classici. 

La classifica delle migliori università

Le graduatorie fanno parte dell’edizione 2025 del report Qs World University Rankings, che analizza 55 materie raggruppate in cinque ampie aree tematiche, comparando le prestazioni di oltre 1.700 atenei in 100 Paesi. Le università statunitensi sono prime in 32 discipline, mentre quelle del Regno Unito in 18. Nella classifica generale il Mit rimane al primo posto, seguito dall’Imperial College di Londra, che rispetto allo scorso anno ha superato sia Oxford che Harvard, che però si conferma l’istituzione più performante, con il primato in ben 19 discipline. Nella top ten generale troviamo anche Cambridge, Stanfors, l’università di Zurigo e quella di Singapore.

La Sapienza prima negli studi classici

La Sapienza di Roma, per il quinto anno consecutivo, si è piazzata al primo posto nella materia “classics and ancient history” con il punteggio di 99.1 e quello nazionale in ben due aree tematiche su 5: ‘arts & humanities’ e ‘natural sciences’, rispettivamente al 40esimo e 61esimo posto mondiale. A livello globale, l’Italia si colloca al settimo posto per numero di voci in classifica e per numero di università classificate. Tra i Paesi dell’Ue, l’Italia occupa il secondo posto, dietro solo alla Germania.  “La conferma del primato mondiale della Sapienza negli studi classici – ha commentato la rettrice Antonella Polimeni in una nota – è un riconoscimento che consolida a livello globale la concezione dell’Italia come patria della cultura classica. Negli ultimi cinque anni sempre più studenti internazionali provenienti da nazioni e continenti distanti si sono iscritti alla Sapienza per studiare la lingua latina e la civiltà antica. Certamente – prosegue la rettrice – la centralità del nostro ateneo nel sistema universitario italiano e la sua presenza nella Capitale hanno contribuito a rafforzare la reputazione dell’Università in questo campo, innescando un circolo virtuoso nel solco della vocazione internazionale di Roma, quest’anno protagonista del Giubileo. La classifica – conclude la rettrice – evidenzia l’ottimo posizionamento dell’Università anche in altre materie nelle quali l’Ateneo vanta una tradizione prestigiosa come la Fisica e l’Astronomia e in discipline più recenti a conferma della natura generalista di Sapienza, caratterizzata dalla varietà e dalla multidisciplinarietà dell’offerta formativa e dall’eccellenza delle ricercatrici e dei ricercatori della nostra comunità”. La Sapienza si è classificata in 46 discipline, registrando un miglioramento a livello di macroaree, con 3 di esse posizionate nella top 100 (Arts & Humanities, Natural Sciences, Engineering & Technology). 

Le altre italiane in classifica

Nella classifica Qs sono presenti in tutto 56 università italiane, per un totale di 632 piazzamenti in classifica, con un aumento netto di 55 rispetto all’edizione precedente. In queste classifiche ci sono 75 nuovi piazzamenti italiani. Tra i Paesi Ue, se si considerano i piazzamenti all’interno della top 100, l’Italia occupa la terza posizione dopo Germania e Paesi Bassi mentre è seconda solo alla Germania tra i Paesi dell’Ue per il numero di inserimenti nella top 200. “L’Italia contribuisce in modo significativo al progresso accademico e della ricerca e la classifica sottolinea la sua competitività a livello regionale e globale – ha commentato Ben Sowter, vicepresidente senior di Qs. -. Inoltre, il Paese continua a dimostrare eccellenza accademica in diverse aree, con alcune università di spicco che godono di un riconoscimento globale”.

Per quanto riguarda le performance, tuttavia, ci sono degli aspetti negativi: il 40% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile (contro il 45% lo scorso anno) il 12% ha registrato un miglioramento (contro il 19%) mentre il 37% ha subito un calo (contro il 24%) con una flessione complessiva del 25% rispetto all’anno scorso (contro il -5% dell’anno scorso). Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 98 posizioni, una in meno rispetto alla scorsa edizione, nelle cinque grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali. Di queste, il 50% ha registrato un miglioramento, il 31% un peggioramento, il 15% sono invariate e quattro sono nuovi ingressi. La performance italiana in queste cinque classifiche è migliorata del 19%. Tra le migliori università italiane al mondo, oltre alla Sapienza per studi classici e storia antica, si segnalano il Politecnico di Milano in arte e design e in architettura- ambiente costruito; la Bocconi per il Marketing e gli studi di economia e gestione; la Scuola Normale Superiore di Pisa per gli studi classici e la storia antica, l’Università Iuav di Venezia in Storia dell’Arte. A parte l’Università Federico II di Napoli che eccelle in odontoiatria, ai primi posti tra le migliori università italiane di questa classifica non ce ne sono del sud Italia. 

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