Acquisizione del Blikk da parte di un gruppo media alleato di Orbán: un altro colpo alla libertà di stampa in Ungheria
Un gruppo mediatico vicino al primo ministro ungherese Viktor Orbán ha recentemente acquisito il tabloid Blikk, ritenuto il più diffuso del paese. Questo acquisto rappresenta un ulteriore degrado della libertà di stampa in Ungheria, che già da anni è sotto pressione, e testimonia le preoccupazioni degli alleati di Orbán in vista delle elezioni di aprile prossimo, le quali potrebbero segnare la prima sconfitta del suo partito, Fidesz, in 15 anni, poiché attualmente supera le aste il partito di opposizione Tisza, guidato da Péter Magyar, riporta Attuale.
Con un pubblico mensile di circa tre milioni di lettori in un paese con dieci milioni di abitanti, Blikk è stato precedentemente di proprietà della società svizzera Ringier, che lo ha ceduto a Indamedia, un gruppo guidato dall’imprenditore Miklós Vaszily, amico d’infanzia di Orbán e amministratore delegato di un canale televisivo pubblico, TV2.
Orbán, al potere dal 2010, ha governato l’Ungheria con misure sempre più autoritarie. L’acquisto del Blikk è emblematico del metodo attraverso il quale i media ungheresi sono stati progressivamente messi sotto l’influenza del governo. Un conglomerato associato a Orbán ha acquisito oltre 500 testate tramite fusioni e chiusure. Questa rete, conosciuta come Fondazione Centroeuropea Stampa e Media, è spesso denominata con l’acronimo KESMA.
La concentrazione di tali risorse mediatiche ha portato a una omologazione della narrativa. Un caso noto risale al 2018, quando, il giorno prima delle elezioni, tutti i giornali locali sotto KESMA pubblicarono la stessa intervista a Orbán, dimostrando l’assenza di un dibattito critico.
Il finanziamento per l’acquisto di Blikk è stato garantito attraverso un prestito di 33 milioni di euro in fiorini ungheresi da parte di MBH Bank, di cui Vaszily è presidente del consiglio di supervisione. L’ex direttore di Blikk, Iván Zsolt Nagy, ha dichiarato che l’offerta di Indamedia è stata superiore al valore di mercato, e dopo l’acquisizione, Nagy ha lasciato il suo incarico.
Sia Indamedia che Ringier sono già stati implicati in casi simili: nel 2014, Ringier ha venduto Népszabadság, uno dei più prestigiosi giornali di sinistra, che è stata rapidamente chiuso dai nuovi proprietari. Indamedia ha anche giocato un ruolo chiave nell’allineamento al governo del sito di informazione Index, l’ultimo grande giornale indipendente fino al 2020, quando la redazione è emigrata per fondare un nuovo giornale.
– Leggi anche “Charlie”: Di chi è Euronews
Nonostante Blikk sia un tabloid, sta tentando di diversificare la propria offerta sotto la direzione di Nagy, includendo contenuti politici ed economici. Oltre a Blikk, Indamedia ha acquisito anche la rivista femminile Glamour. La strategia sembra mirata ad ampliare l’influenza su demografie specifiche, in particolare donne e anziani, tradizionalmente elettori del Fidesz nelle zone rurali.

Sulla Columbia Journalism Review, Zsolt Nagy ha commentato questa situazione con un detto ungherese: «Gli operai di una fabbrica sovietica di lavatrici finiscono sempre per produrre anche mitra Kalashnikov». In tal senso, i giornali ungheresi acquisiti dagli amici di Orbán tendono a riprodurre la propaganda governativa.
Nagy ha sottolineato come queste ultime acquisizioni siano particolarmente strategiche per il sistema mediatico pro governativo, definendo che non saranno la spina dorsale della propaganda, ma contribuiranno a una forma più sottile e quindi più efficace. Ha citato un’intervista esclusiva che Orbán ha rilasciato a Blikk riguardo a disegni realizzati durante una trasmissione televisiva, che hanno sollevato curiosità: «Un modo per rimanere nella mente delle persone senza affrontare i problemi reali del paese».
L’ex direttore ha anche rivelato che Blikk è stata recentemente invitata a una visita di Orbán negli Stati Uniti, un cambio di rotta significativo, dato che il governo ora permette solo ai giornalisti di media considerati amici di partecipare. Il 14 novembre, il tabloid ha pubblicato un articolo in homepage celebrando i presunti successi di Orbán durante l’incontro con Donald Trump.
– Leggi anche: La politica ungherese si è riempita di zebre