Aiuti alle famiglie, revisione delle tasse e il “contributo” delle banche: cosa c’è nella manovra economica

15.10.2024
Aiuti alle famiglie, revisione delle tasse e il "contributo" delle banche: cosa c'è nella manovra economica
Aiuti alle famiglie, revisione delle tasse e il "contributo" delle banche: cosa c'è nella manovra economica

Lo schema del documento arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. I punti certi e i nodi ancora da sciogliere

La manovra economica arriva oggi, 15 ottobre, in Consiglio dei ministri. Inizialmente doveva servire per varare solo il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles invece il governo ha deciso di accelerare anche con lo scopo di rispettare la scadenza interna che vorrebbe la manovra inviata al parlamento entro il 20 ottobre.

La manovra arriva nelle mani dei ministri sulla scorta delle polemiche dei giorni scorsi. Il quadro è quello di sempre: poche risorse e molte esigenze. Sullo sfondo ci sono le parole del ministro dell’Economia Giorgetti che ha evocato “sacrifici” e quelle della premier che per gettare acqua sul fuoco è intervenuta personalmente con un video social per allontanare lo spettro delle “nuove tasse” per i cittadini. Vediamo quali sono i punti cardine e quali i nodi da sciogliere.

I punti chiave della manovra 2025

La manovra dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi e replicare a grandi linee le misure dello scorso anno. C’è la conferma del taglio del cuneo che dovrebbe diventare strutturale, così come l’Irpef a tre aliquote. Secondo alcune anticipazioni per quanto riguarda il taglio del cuneo l’azione potrebbe essere doppia. Dal prossimo anno il taglio potrebbe rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Questo eviterebbe uno scalone. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota Irpef intermedia, che va fino a 50mila euro di reddito, da 35 a 33 punti.

Sin dal suo insediamento Meloni ha molto insistito sugli aiuti alle famiglie e a sostegno della natalità. Ecco allora l’assegno unico o con detrazioni mirate alle fasce più deboli. Tra le misure che vengono date per scontate c’è l’estensione della decontribuzione per le mamme lavoratrici autonome con due o tre figli.

La legge di bilancio dovrebbe contenere, come previsto nel piano strutturale di bilancio, una revisione delle accise. Il termine formale è “riallineamento” cioè correggere lo squilibrio che c’è fra le accise di benzina, più alte, e diesel, più basse. Dovrebbero di fatto essere portate allo stesso livello. 

Altri punti restano, a oggi, più controversi. A iniziare dai tagli ai ministeri. Giorgetti ha invitato alla revisione dei costi, per evitare un’azione “dall’alto” ma i colleghi di governo non hanno preso bene il monito. I tagli però devono essere fatti. Si punta a racimolare così almeno 3 miliardi. Tagli che dovrebbero comunque essere gestibili in modo flessibile dai singoli dicasteri. Alla revisione della spesa dovrebbero partecipare anche gli Enti locali e i Comuni. Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria, su cui il governo si è impegnato a mantenere l’incidenza sul Pil. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella legge di bilancio dello scorso anno, potrebbe esserci un aumento intorno ai 2 miliardi. Qualche indiscrezione ipotizza fino a 3 miliardi.

Altro punto esplosivo sono i contributi delle banche. Forza Italia è contraria, Lega e Fdi invece hanno un atteggiamento più morbido. Possibile che si arrivi a una mediazione: cioè alla richiesta di un “contributo di solidarietà” solo agli istituti bancari più grandi. Non è escluso però che possa riguardare anche altri settori come quello delle imprese energetiche o le assicurazioni. 

Si lavora per garantire per un altro anno il bonus ristrutturazioni al 50%. Evitando così che da gennaio l’agevolazione fiscale scenda al 36%.

In assenza di una riforma complessiva delle pensioni, si lavora per confermare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. E un aumento delle pensioni minime, caro a Forza Italia. Tra le ipotesi circolate c’è anche quella di un perfezionamento del cosiddetto bonus Maroni, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per il pensionamento. 

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