Tasse, le imprese che pagano 120 volte più dei giganti web

14.10.2024
Tasse, le imprese che pagano 120 volte più dei giganti web
Tasse, le imprese che pagano 120 volte più dei giganti web

Cgia: “Per le grandi holding presenti nei in UE rimane ancora la possibilità, almeno per i prossimi 5/6 anni, di spostare parte degli utili in alcuni paesi membri dove la tassazione continua essere molto favorevole”

In Italia c’è un sistema fiscale che penalizza le piccole e medie imprese e favorisce i giganti del web, anche se questi ultimi continuano a fare ricavi da capogiro. Lo dimostrano i dati diffusi dall’Ufficio studi della Cgia: 24,6 miliardi di tasse l’anno contro i 206 milioni di euro versati dalle 25 multinazionali del web presenti in Italia. Insomma, in termini di imposte le piccole e medie imprese pagano ben 120 volte più dei colossi internet.

Tasse, Cgia: “Dalle WebSoft solo le briciole”

Le pmi producono un fatturato annuo 90 volte superiore a quello riconducibile alle big tech, in termini di imposte, invece, le prime ne pagano ben 120 volte più delle seconde. Una distanza in termini di fatturato che non giustifica quella relativa al gettito, così svantaggiosa per le piccole  e medie imprese ribadisce l’associazione di artigiani e padroncini del Nordest. Secondo la Cgia di Mestre “sino alla fine dell’anno scorso, infatti, i giganti del web hanno continuato a trasferire buona parte degli utili ante imposte realizzati in Italia nei paesi a fiscalità di vantaggio. Risultato? Grazie a queste operazioni elusive, il nostro erario ha incassato da queste WebSoft solo le briciole”.

La comparazione, “che presenta una serie di limiti metodologici e non ha alcun rigore scientifico” mette in evidenzia in misura inequivocabile che, in Italia, alle grandi multinazionali, in questo caso tecnologiche, continua a essere riservato un prelievo fiscale ingiustificatamente modesto.

Cosa cambia con la Global minimum tax

Il sistema fiscale italiano “penalizza” i piccoli e “favorisce” i giganti: sui primi grava un tax rate effettivo che sfiora il 50 per cento, sulle big tech, invece, si attesta al 36 per cento, secondo l’Area Studi di Mediobanca. Da quest’anno però entra in vigore la Global minimum tax (Gmt).

Secondo le stime lo dall’applicazione dell’aliquota del 15 per cento sulle multinazionali lo Stato incasserà 381,3 milioni di euro nel 2025, 427,9 nel 2026 e 432,5 milioni nel 2027. Secondo il dossier curato dal Servizio Bilancio dello Stato della Camera il gettito sfiorerà i 500 milioni di euro solo nel 2033.

Peccato però che nel 2024 la Gmt interesserà solo 19 paesi UE. Spagna e Polonia, invece, si adegueranno a partire dall’anno prossimo, mentre Estonia, Lettonia, Lituania, e Malta hanno ottenuto una proroga sino al 2030. Cipro e Portogallo, infine, sono chiamate a rispondere alla sollecitazione giunta da Bruxelles che ha recapitato loro una lettera di messa in mora. “Appare evidente che per le grandi holding presenti nei in UE rimane ancora la possibilità, almeno per i prossimi 5/6 anni, di spostare parte degli utili in alcuni paesi membri dove la tassazione continua essere molto favorevole”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.