Al Sisi cerca di contenere il caos a Gaza mentre le armi raggiungono i jihadisti

15.10.2025 23:15
Al Sisi cerca di contenere il caos a Gaza mentre le armi raggiungono i jihadisti

Il ruolo cruciale dell’Egitto nella crisi di Gaza

Dopo il recente annuncio del presidente americano Donald Trump riguardo la presenza di 200 soldati americani a Gaza, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha intensificato i suoi sforzi per governare ad interim e garantire la stabilità nella regione. Televisori del Cairo mostrano Sisi accanto a Trump, mentre quest’ultimo sottolinea l’importanza del leader egiziano nel processo di pace, affermando che “Hamas rispetta l’Egitto”, riporta Attuale.

Il nuovo impegno di al Sisi con Gaza rispecchia motivi di sopravvivenza più che di espansionismo. Ogni tentativo di pattugliare il territorio, caratterizzato da una sostanziale assenza di legge, implica una complessità che va oltre il dispiegamento di truppe. Attualmente si prevede l’invio di osservatori o tecnici per assistere Hamas nella localizzazione degli ostaggi israeliani.

Per raggiungere la pace, è necessario considerare l’implementazione di una forza di interposizione tra Hamas e Israele, seguita da una forza stabilizzatrice. Al Sisi, in questo momento, detiene il ruolo chiave, visto che sta addestrando 5.000 poliziotti palestinesi dell’Autorità Nazionale della Cisgiordania.

Il successo delle operazioni dipende dal consenso di Hamas, il quale ha già affrontato perdite significative, avendo Israele perso 468 soldati nella sua offensiva per controllare Gaza. Senza l’approvazione del gruppo militante, nessuna operazione avrà successo. Gli israeliani, ben posizionati nel Corridoio Filadelfia vicino al valico di Rafah, continuano a combattere i contrabbandieri che riforniscono Hamas.

Ogni notte, droni da trasporto volano da Egitto a Gaza, e nonostante i tentativi israeliani di abbatterne alcuni, il numero dei voli non accenna a diminuire. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha chiesto un rapporto su come fermare il traffico di armi entro due mesi, ma la sua risposta pare lentissima di fronte all’urgenza della situazione.

Inoltre, i contrabbandieri continuano le loro operazioni, creando un paradosso nei rapporti di potere, e si deduce che ciò possa essere un espediente tra nemici. Politicamente, l’Egitto ha un ruolo fondamentale: il ministro degli Esteri egiziano ha selezionato 15 tecnocrati palestinesi, senza affiliati politici, per guidare la transizione, ma il loro ingresso dipende dalla validazione di Israele e dalla volontà di Hamas.

Le stime indicano un periodo di uno o due mesi per l’insediamento dei tecnocrati e un possibile nuovo governo palestinese, atteso per giugno 2026. Tuttavia, il Cairo deve gestire gli interessi di palestinesi e israeliani, evitando l’esodo di gazawi verso il Sinai e la possibilità di un conflitto con Israele. L’Egitto non può permettere tali destabilizzazioni, non solo perché rischierebbe l’affermazione di potere, ma perché dipende dall’importazione di energia israeliana. La propria stabilità economica, già compromessa da una disoccupazione record e da un’opposizione popolare crescente, richiede un equilibrio delicato, e una nuova rivolta avrebbe conseguenze inaspettate per al Sisi e la sua amministrazione.

1 Comments

  1. Che situazione assurda, ma l’Egitto sembra davvero essere nell’occhio del ciclone. Al Sisi deve trovare un equilibrio delicato tra le pressioni di Hamas e Israele, e nel frattempo la gente a Gaza continua a soffrire. Spero che ci sia una via d’uscita, ma non è facile…

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