Al Consiglio di sicurezza ribaltato il voto dell’Assemblea generale che chiedeva di rispettare l’integrità territoriale di Kiev. Gli europei si astengono, Francia e Regno Unito non usano il diritto di veto
In quella che appare come una svolta nella geopolitica mondiale e una drammatica svolta nelle relazioni transatlantiche, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione nel terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, assumendo una posizione neutrale sul conflitto. E lo ha fatto con un voto congiunto degli Stati Uniti di Donald Trump e della Russia di Vladimir Putin e con l’astensione dei Paesi europei. Il brevissimo testo approvato chiede la “rapida fine della guerra” senza però citare Mosca come aggressore e senza fare riferimento alla sovranità e all’integrità territoriale di Kiev.
Il voto
Il testo, “nella sua elegante semplicità”, come l’ha definito la rappresentante americana Dorothy Shea (la nuova rappresentante permanente dell’amministrazione Trump, Elise Stefanik, deve essere confermata dal Senato), è stato adottato con 10 voti a favore, nessuno contrario e cinque astensioni, cioè tutti i Paesi europei del Consiglio di Sicurezza: Francia, Slovenia, Grecia e Danimarca e Regno Unito. Parigi e Londra avrebbero potuto bloccare il testo utilizzando il loro diritto di veto, diritto che non esercitano dal 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, ma hanno scelto l’astensione pur criticando il documento.
“Questa guerra è illegale, una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite e una minaccia ai principi fondanti dell’Onu. Nessuno vuole la pace più dell’Ucraina, ma i termini di questa pace sono importanti”, ha commentato l’ambasciatrice britannica Barbara Woodward, mentre il suo omologo francese, Nicolas de Rivière, ha insistito su “una pace che non può in alcun modo essere sinonimo di capitolazione dell’aggredito”.
A esultare è stato invece l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, che ha riconosciuto “cambiamenti costruttivi” nella posizione di Washington sul conflitto. Il diplomatico ha dichiarato al Consiglio che la risoluzione “non è ideale”, ma “è un punto di partenza per futuri sforzi verso una soluzione pacifica”.
Posizione diversa all’Assemblea generale
Il Consiglio di sicurezza, composto da 15 membri, di cui cinque permanenti, è il vero organo decisionale dell’Onu, ma è rimasto in stallo per tutta la durata della guerra e non ha potuto intraprendere alcuna azione perché la Russia detiene il diritto di veto.
In giornata, all’Assemblea generale, che riunisce tutti i Paesi membri dell’Onu e i cui voti, pur non essendo vincolanti, sono ritenuti i più indicativi della volontà effettiva dei Paesi del mondo, era passata una risoluzione differente che chiedeva il rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il testo riconosceva che è “urgente” porre fine alla guerra “quest’anno” e ribadiva inequivocabilmente le precedenti richieste dell’Assemblea: il ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino e la fine delle ostilità guidate da Mosca.
La risoluzione, presentata da Kiev con il sostegno di quasi tutti i Paesi dell’Unione europea, era stata approvata da 93 Stati, inclusa l’Italia, e respinta da 18, mentre ben 65 governi si erano astenuti. Tra i contrari, sia gli Stati Uniti di Donald Trump che la Russia di Vladimir Putin, oltre a Israele.