Palermo, 3 dicembre 2025 – Disposti gli arresti domiciliari (senza braccialetto elettronico) per Salvatore Cuffaro, l’ex governatore della Regione siciliana indagato per associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità siciliana. Stessa misura cautelare anche per Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, e per Antonio Iacono, direttore del ‘Trauma Center’ dell’ospedale palermitano, riporta Attuale.
Respinta invece la richiesta di arresto di Saverio Romano, deputato e coordinatore di ‘Noi Moderati’, anch’esso coinvolto nell’inchiesta insieme ad altre 17 persone. Lo ha disposto il gip a due settimane dall’interrogatorio preventivo degli indagati, accogliendo la richiesta della Dda di Palermo. Le ordinanze sono state eseguite stamattina dai Ros.
Niente braccialetto elettronico per Cuffaro e gli altri due indagati Antonio Iacono e Roberto Colletti. Per il giudice, la misura cautelare degli arresti domiciliari è sufficiente a garantire le esigenze cautelari.
“Non emergendo particolari esigenze da imporre il costante monitoraggio”, non viene applicato il braccialetto elettronico, ma è imposto un assoluto divieto di comunicazione così da escludere qualsiasi possibilità di mantenere contatti con altri coindagati o con soggetti terzi, comunque appartenenti alla pubblica amministrazione e all’imprenditoria”, si legge nella misura cautelare.
Stamattina, i Ros dei carabinieri hanno eseguito l’ordinanza del gip di Palermo, Carmen Sallustro, che prevede gli arresti domiciliari per Salvatore Cuffaro, Antonio Iacono e Roberto Colletti. Il gip ha deciso l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto temporaneo di esercitare per un anno attività imprenditoriali e uffici direttivi per Mauro Marchese e Marco Dammone, e l’obbligo di firma per Vito Raso. Si tratta di alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta su corruzione, turbativa degli incanti nella sanità siciliana coordinata dalla procura della Repubblica di Palermo. Nei giorni scorsi tutti gli indagati erano stati sentiti dal gip nel corso dell’interrogatorio preventivo. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria anche per Vito Raso.
Cuffaro accusato di ingerenza nelle nomine sanitarie
L’attività si inserisce nell’ambito dell’indagine che vede Totò Cuffaro accusato di ingerenza nelle nomine di dirigenti e funzionari negli enti amministrativi regionali operanti nei settori nevralgici della sanità, degli appalti e delle opere pubbliche e al suo diretto coinvolgimento nella conclusione di accordi corruttivi stipulati nell’ambito di gare e concorsi pubblici, tra l’altro e, in particolare, nel settore sanitario.
Nel capitolo del concorso truccato sono invece coinvolti Roberto Colletti, ex direttore generale dell’azienda Villa Sofia Cervello, e Antonio Iacono, direttore del ‘Trauma Center’ della stessa azienda e presidente della commissione esaminatrice. Colletti e Iacono avrebbero accettato promesse di favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Vito Raso, uomo di fiducia dell’ex presidente, per turbare il regolare andamento del concorso in modo che fra i vincitori risultassero soggetti segnalati dall’ex governatore.
Per Cuffaro, Colletti e Iacono sono stati disposti i domiciliari, mentre per Raso è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Quest’ultimo avrebbe ricevuto le tracce del concorso in anteprima dai pubblici ufficiali e le avrebbe fatte avere ai candidati. In cambio, Colletti, grazie a Cuffaro, sarebbe stato confermato direttore generale e a Iacono sarebbe stata fatta la promessa di avere l’incarico di direttore dell’unità di Anestesia e Rianimazione.
Nell’ultimo capitolo dell’inchiesta, infine, erano finite anche somme di denaro che, secondo l’accusa, sarebbero state fatte avere dall’imprenditore Alessandro Vetro, tramite l’ex governatore, e Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars, al direttore generale del Consorzio di bonifica occidentale della Regione Sicilia, Giuseppe Tomasino. Vetro, procuratore speciale della S.M. S.r.l. e amministratore unico della M.G.V. Costruzioni S.r.l., avrebbe consegnato, in almeno un’occasione, soldi a Cuffaro e Pace perché li dessero a Tomasino, così cercando di aggiudicarsi gli appalti che l’ente avrebbe bandito. Per questa vicenda, il gip ha respinto l’istanza di domiciliari per tutti.