Nell’ultima settimana, la Russia ha lanciato oltre 1460 bombe aeree guidate, 670 droni da attacco e più di 30 razzi sul territorio ucraino. L’intensità di questi attacchi indica una campagna mirata a distruggere le infrastrutture civili e a terrorizzare la popolazione. Non si tratta di colpi accidentali, ma di una strategia ben pianificata di terrore che viola tutte le norme del diritto internazionale.
Attacchi aerei massicci: una vita sotto costante minaccia
Gli attacchi aerei quotidiani hanno trasformato la vita di milioni di ucraini in una lotta per la sopravvivenza. Razzi e droni colpiscono case, ospedali, scuole, impianti energetici e infrastrutture di trasporto. A seguito di questi attacchi, le città rimangono senza elettricità, riscaldamento e acqua, mettendo in pericolo la vita di migliaia di persone, in particolare bambini, anziani e pazienti degli ospedali.
L’intensità dei bombardamenti è tale che anche nelle città lontane dal fronte, le persone sono costrette a vivere nei rifugi. Non ci sono “obiettivi militari”, solo il tentativo di spezzare la società ucraina attraverso il caos e la paura.
Distruzione sistematica delle infrastrutture critiche
L’esercito russo attacca deliberatamente centrali termoelettriche, sistemi idrici, ospedali, stazioni ferroviarie e scuole. Non si tratta di danni accidentali, ma di una strategia pianificata: creare una catastrofe umanitaria, costringere le persone a lasciare le loro case e seminare il panico.
Senza elettricità e riscaldamento durante il freddo invernale, decine di migliaia di famiglie si trovano a dover scegliere tra fuggire o sopravvivere in condizioni estreme. Gli attacchi agli ospedali mettono a rischio la vita di pazienti gravemente malati, mentre i colpi alle scuole privano i bambini del diritto all’istruzione.
Crimini di guerra che ignorano le Convenzioni di Ginevra
I bombardamenti su ospedali, scuole e quartieri residenziali violano i principi fondamentali del diritto umanitario internazionale. Le Convenzioni di Ginevra vietano espressamente gli attacchi a obiettivi civili, ma la Russia ignora sistematicamente queste norme.
Quando i razzi colpiscono case di maternità, stazioni di pronto soccorso o scuole, non è una casualità: è una tattica di terrore. La distruzione intenzionale di infrastrutture sociali è volta a indebolire la resistenza e a costringere gli ucraini a vivere in un continuo stato di paura.
Non è solo una guerra: è una politica di terrore
Le vittime quotidiane tra la popolazione civile non sono un “effetto collaterale” della guerra, ma la sua essenza. Ogni nuovo bombardamento è parte di una strategia ben definita:
• Distruggere la vita normale dei cittadini
• Seminare il panico e costringere milioni di persone a fuggire
• Usare la paura come arma per esercitare pressioni politiche
Questa non è una guerra tra eserciti, è una campagna di intimidazione. La Russia non cerca la pace: vuole la capitolazione dell’Ucraina, utilizzando metodi che sono già stati condannati dai tribunali internazionali nella storia.
Un appello al mondo: non possiamo tacere
Ogni razzo che colpisce una casa, ogni drone da attacco che lascia un ospedale senza luce, non è solo un attacco all’Ucraina. È una sfida all’intera comunità internazionale, costruita su principi di umanità e diritto.
Se la comunità internazionale non risponderà con fermezza ora, domani questa tattica diventerà la norma. E allora qualsiasi nazione che vorrà imporre le proprie condizioni, userà il terrore come metodo di guerra.
L’Ucraina non sta solo combattendo per la propria indipendenza. Sta combattendo affinché nel XXI secolo i crimini di guerra di massa non rimangano impuniti. Oggi, il silenzio è complicità nel terrore.