L’ordinanza arriva dopo che la Consulta aveva considerato “illegittime” specifiche disposizioni della riforma. Non si tratta di un “sì” che porta automaticamente alle urne. Pd: “Si fermino”, Zaia: “Andiamo avanti”
Dalla Cassazione arriva il via libera al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Per l’Ufficio centrale della Suprema Corte, è legittima la richiesta di abrogazione. Anche dopo la sentenza con cui la Corte costituzionale ha evidenziato sette profili di illegittimità nella legge Calderoli, per la Suprema Corte resta valido il fondamento del referendum per l’abrogazione totale. Fondamento che invece non c’è per il quesito referendario sull’abrogazione parziale, proposto dai cinque Consigli regionali di Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia, perché riguardano parti del provvedimento già ritenute illegittime dalla Corte.
Autonomia, i passaggi prima del referendum
La sentenza della Cassazione arriva dopo quella del 3 dicembre scorso della Consulta. La Corte Costituzionale era stata chiamata a esprimersi sulle questioni di costituzionalità e aveva accolto (in parte) i ricorsi di quattro Regioni. In sostanza aveva indicato alcuni ambiti in cui non si può procedere con l’autonomia e aveva invitato il Parlamento a colmare il vuoto legislativo.
Per la Consulta settori come energia, trasporti, scuola, livelli essenziali di assistenza, aliquote sui tributi non possono essere lasciati alle Regioni. Nel dispositivo di oltre 160 pagine la Consulta sostiene che ci sono delle materie che non sono “trasferibili” secondo il principio di sussidiarietà per “motivi di ordine sia giuridico che tecnico o economico”.
La Consulta ha ricordato che l’Autonomia differenziata “deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini, in attuazione del principio di sussidiarietà”. Quindi, da un lato “il trasferimento della funzione non dovrebbe aumentare la spesa pubblica ma dovrebbe o ridurla o mantenerla inalterata” e dall’altro “il criterio da seguire per finanziare le funzioni trasferite dovrebbe considerare il costo depurato dalle inefficienze”.
Quello della Cassazione non è un “sì” che porta automaticamente i cittadini alle urne, sarà necessario un altro passaggio davanti ai giudici della Consulta per la questione legata all’ammissibilità.
Le opposizioni: “L’Italia non si divide”
Dalla Cassazione “una decisione importante – dice il deputato di AVS e coportavoce di Europa Verde Angelo Bonelli – contro una legge che aumenta le disuguaglianze tra i territori e indebolisce l’unità nazionale. Settori come sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentati. La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, aveva già demolito sostanzialmente la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, andando oltre le aspettative. La sua pronuncia ha chiarito che materie fondamentali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero non possono essere trasferite alle regioni, riconoscendole come competenze centrali dello Stato. Ora la Cassazione ribadisce che il quesito sull’abrogazione totale deve andare avanti, nonostante i tentativi del governo di fermarlo. Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini. L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato. Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini. Il referendum – aggiunge – è una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata. L’Italia non si divide”.
“Dopo il pronunciamento della Consutla che smontato la riforma, bisognerebbe che il governo si fermasse: è l’unico modo che ha per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che la Corte la smontato. Noi andremo avanti in questa battaglia”, dice la segretaria del Pd Elly Schlein.
Di una “nuova sonora bocciatura per il governo e per la maggioranza” parlano i componenti del M5s nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. “Adesso – dicono – la Cassazione smentisce le affermazioni emerse dal centrodestra e stabilisce che è pienamente legittimata la richiesta di abrogare totalmente l’Autonomia differenziata, anche dopo la demolizione di sue ampie parti a opera della Consulta. Passo dopo passo, con il lavoro approfondito in Parlamento, la passione e la determinazione chiuderemo questo pagina da incubo dell’Autonomia Differenziata made in Lega-Fdi-Fi e salveremo i diritti dei cittadini che con quella legge sarebbero stati calpestati”.
Zaia: “Andiamo avanti”
Sull’autonomia differenziata “noi andiamo avanti. Siamo capofila assieme alla Regione Lombardia, la Regione Liguria, la Regione Piemonte anche su questo fronte”, dice per la maggioranza il presidente del Veneto Luca Zaia.