In passato il presidente uscente aveva affermato che non avrebbe interferito, ma a 50 giorni dalla fine del mandato è arrivata la sua decisione. Il figlio è accusato di acquisto illegale di un’arma ed evasione fiscale in due diversi procedimenti
A 50 giorni dalla fine del suo mandato e dopo aver più volte affermato che non avrebbe interferito, il presidente uscente Joe Biden ha annunciato la “grazia piena e incondizionata” per il figlio Hunter. Nella lunga nota con cui ha esposto alla nazione la propria decisione, Biden ha accusato le procure di aver agito per ragioni politiche. Il figlio sarebbe stato perseguito in modo “selettivo e ingiusto”. “Attraverso lui – ha affermato – volevano colpire me”.
I processi di Hunter Biden
La grazia riguarda entrambi i processi per il quale Hunter attendeva proprio a dicembre le sentenze, con il rischio del carcere. Il primo caso lo vede accusato di acquisto illegale di una pistola in quanto avrebbe omesso di dichiarare la propria dipendenza dagli stupefacenti. Il secondo, per cui ha ammesso la propria colpevolezza, lo vede invece imputato per evasione fiscale: 1,4 milioni di dollari di tasse non pagate tra il 2016 e il 2019, denaro utilizzato in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”, secondo l’accusa.
“Perseguito per colpire me”: le parole di Biden
Per Biden “nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato”. “C’è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo – sottolinea il presidente – e nel tentativo di farlo a pezzi hanno cercato di fare a pezzi me, e non c’è motivo di credere che si fermerà qui. Ora basta”.
“Credo nel sistema giudiziario ma penso anche che la politica senza regole lo abbia contagiato e abbia portato a un errore giudiziario”, scrive Biden, rivolgendosi agli americani. “Spero capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione”.
La provocazione di Trump
“Joe Biden ha mentito dall’inizio alla fine”. È il commento del rappresentante repubblicano della Camera James Comer, presidente della commissione di vigilanza. Qualche critica arriva però anche dai democratici: “Come padre capisco il desiderio naturale del presidente Biden di aiutare suo figlio concedendogli la grazia, ma sono deluso dal fatto che abbia messo la sua famiglia davanti al Paese. Si tratta di un precedente negativo che può diventare oggetto di abuso anche da altri presidenti, oltre a macchiare la sua reputazione”, scrive su X il governatore democratico del Colorado Jared Polis.
Alla notizia della grazia, Donald Trump non ha mancato di intervenire, tirando in ballo gli eventi relativi all’assalto a Capitol Hill. Provocatoriamente, il neo eletto presidente Usa si chiede se “il perdono concesso da Joe a Hunter includa anche gli ostaggi del 6 gennaio, che sono stati imprigionati per anni”. “Che abuso e errore giudiziario!”, scrive il tycoon, riferendosi agli assalitori, che durante la campagna elettorale ha promesso di graziare. Sulla concessione di Biden al figlio interviene anche il Cremlino: una “caricatura della democrazia”, secondo Izvestia Maria Zakharova, rappresentante del ministero degli Esteri di Mosca.