Campania, incertezze a sinistra sulla rottura con De Luca e equilibri a destra

29.06.2025 07:05
Campania, incertezze a sinistra sulla rottura con De Luca e equilibri a destra

Archiviato il dibattito sul terzo mandato, i partiti politici sono quasi pronti a presentare i loro candidati.

Con il terzo mandato bocciato, anche in Campania si dà il via ufficialmente alla corsa per la selezione dei nuovi candidati. Giovedì 27 giugno, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha respinto l’emendamento presentato dalla Lega, che consentiva ai presidenti in carica di potersi ricandidare per un terzo mandato. Questo era l’unico spiraglio per un intervento prima della pausa estiva. Tutte le Regioni chiamate alle elezioni tra l’autunno del 2024 e la primavera del 2026, in particolare Campania e Veneto, attendevano con ansia questo voto per capire come procedere. I governatori uscenti, Vincenzo De Luca e Luca Zaia, puntavano a continuare il loro percorso politico. Tuttavia, questo capitolo è giunto a conclusione e la corsa per la successione è già iniziata. Nella Campania, un candidato sembra già delinearsi nel centrosinistra, nonostante le riserve espresse da De Luca: è Roberto Fico. Anche nel centrodestra, un nome sta emergendo con sempre maggiore insistenza.

Una Regione al M5S

Le regioni che dovranno votare in autunno sono sei, e almeno tre di queste – Puglia, Marche e Toscana – mostrano il centrosinistra in posizione favorevole. In Puglia, Antonio Decaro, ex sindaco di Bari ed europarlamentare, non ha ancora formalizzato la sua candidatura, ma ha lasciato aperta la possibilità. Nelle Marche, Matteo Ricci, eurodeputato ed ex sindaco di Pesaro, ha già espresso la sua disponibilità; mentre in Toscana, Eugenio Giani, atteso al termine del suo primo mandato, mira a un secondo. Questi tre profili, tutti legati al Pd e con una lunga carriera amministrativa, sono visti come forti contendenti. Pertanto, nella corsa per la Campania, una regione sarà necessariamente lasciata al Movimento 5 Stelle, per rispettare l’equilibrio interno nel centrosinistra. Questo punto sembra raccogliere consenso anche all’interno del Partito Democratico.

Il nome di Fico

Nel corso degli ultimi mesi – ben prima di dichiarare l’impossibilità di una ricandidatura per De Luca – è cominciata a farsi strada l’idea di candidare Roberto Fico. Nato a Napoli nel 1974, Fico ha accumulato una notevole esperienza politica, essendo stato deputato per il Movimento 5 Stelle, presidente della Commissione di Vigilanza Rai e, dal 24 marzo 2018 al 12 ottobre 2022, presidente della Camera dei Deputati. Sebbene la sua candidatura non sia stata ufficializzata, fonti vicine al centrosinistra campano sostengono che l’annuncio verrà fatto entro la fine di luglio, sicuramente prima della pausa estiva. Secondo diversi osservatori, non ci sarebbe mai stato un vero “piano B”: il nome di Fico è sempre stato il più discusso. Solo in una fase iniziale si era ipotizzato Sergio Costa, ma questa possibilità è stata rapidamente scartata. «Un’idea già sepolta», affermano con fermezza. «Siamo tutti uniti su Fico», testimoniano membri del partito, inclusi i riformisti. Non sorprende, del resto, che le relazioni tra Pd e Movimento 5 Stelle in Campania siano generalmente molto collaborative, con un governo congiunto in molti comuni.

Le richieste di De Luca

Tuttavia, ci sono tensioni in corso. Vincenzo De Luca, espressione del Partito Democratico, non sembra disposto a ritirarsi senza combattere e non è affatto favorevole a Roberto Fico. Per quale motivo? Chiediamo a un esponente dem: «De Luca non vuole nessuno che non sia lui», o almeno «vuole qualcuno scelto da lui». Il presidente campano desidera avere un ruolo attivo nella successione, se non proprio determinare nomi e tempi. Tra i nomi che emergono nel suo entourage ci sono Lucia Fortini, assessore attuale in vari settori, e Fulvio Bonavitacola, vicepresidente regionale e suo fidato alleato.

Un Terzo polo? Non conviene

A prima vista, una possibile soluzione sarebbe quella di considerare la creazione di un Terzo polo per accogliere i sostenitori di De Luca. Un’area politica indipendente che permetterebbe al presidente uscente di mantenere una posizione di rilievo nella competizione. Tuttavia, la legge elettorale campana penalizza drasticamente le coalizioni oltre il terzo posto. Solo le prime due hanno probabilità reali di ottenere seggi in Consiglio, mentre un candidato del terzo polo è obbligato a presentarsi anche in lista. Dunque, uno dei pochi posti disponibili andrebbe necessariamente a lui. Questo sistema scoraggia molti dall’impegnarsi in una terza coalizione, rendendo quasi impossibile avere potere politico senza unirsi a uno dei principali gruppi. Di conseguenza, un Terzo polo “alla De Luca” potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, indebolendolo e costringendo tutti a concentrare le forze tra le due coalizioni principali.

Effetto domino

Per questi motivi, spiegano nel partito, «ora inizierà un effetto domino». L’area centrista che attualmente sostiene De Luca si allontanerà verso il campo largo, per garantirsi una chance in un nuovo mandato. A gestire questa fase, affermano dalla Campania, ci sarà una figura chiave: Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, considerato il vero kingmaker di questa operazione.

E il centrodestra?

È certo che Fratelli d’Italia, e quindi Giorgia Meloni, reclama la possibilità di presentare un candidato. Ammettono apertamente, anche all’interno di Forza Italia, che gli azzurri sono già ben rappresentati nelle regioni: guidano il Piemonte con Alberto Cirio, il Molise con Francesco Roberti, la Basilicata con Vito Bardi, la Calabria con Roberto Occhiuto e la Sicilia con Renato Schifani. In contrasto, Fratelli d’Italia fatica ad avere un radicamento simile a livello locale e rischiano di perdere anche le Marche, dove il governatore uscente Francesco Acquaroli dovrà affrontare Matteo Ricci, candidato del centrosinistra (e dato per favorito). Per questo motivo, Meloni punta fortemente su Campania e Puglia: due regioni strategiche per riequilibrare il peso politico del partito nella coalizione.

Chi schierare?

Attualmente, il nome più probabile è quello di Edmondo Cirielli, viceministro agli Esteri nel governo Meloni. Si tratta di un candidato politico affermato, membro di Fratelli d’Italia, originario di Nocera Inferiore, che ha sempre manifestato la sua disponibilità a candidarsi in Campania, e potrebbe essere la scelta su cui Giorgia Meloni deciderà di puntare. Tuttavia, un altro nome continua a circolare con insistenza: si tratta di Giosy Romano, avvocato e specialista in politiche per lo sviluppo industriale, attualmente coordinatore unico della Zes Unica per il Sud Italia, e persona vicina a Raffaele Fitto. Si tratta di un profilo più tecnico e civico,

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