Riunioni al Cremlino finiscono in delusione: l’Europa avanza verso l’addio al gas russo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha vissuto un momento critico mentre tentava di navigare le complesse dinamiche diplomatiche tra Dublino, Parigi e Bruxelles. Dopo un colloquio infruttuoso al Cremlino, l’inviato americano Steve Witkoff ha abbandonato Mosca senza risultati significativi. A bordo del suo jet privato, accompagnato dal genero del presidente americano, Jared Kushner, il volo di Witkoff verso il Belgio è stato interrotto all’improvviso da un ordine da Washington: «L’incontro di Bruxelles è annullato», senza spiegazioni, riporta Attuale.
Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non sarebbe corretto affermare che Putin ha rigettato la proposta, ma l’esito del colloquio è stato indubbiamente negativo. Di conseguenza, Witkoff è tornato negli Stati Uniti mentre Zelensky si dirigeva verso la Polonia per ricominciare il viaggio verso Kiev. In un breve commento, ha affermato: «Come sempre, l’Ucraina lavorerà in modo costruttivo per una vera pace».
Nonostante la delusione diplomatica, l’Europa ha raggiunto un accordo cruciale per un eliminazione graduale del gas russo: l’importazione di gas naturale liquefatto (Gnl) terminerà entro il 31 dicembre 2026 e la chiusura dei gasdotti avverrà entro il 30 settembre 2027.
Nel frattempo, la NATO continua a monitorare la situazione. Secondo il segretario generale della NATO, è essenziale intensificare la pressione sulla Russia fornendo ulteriore supporto militare all’Ucraina e stabilendo sanzioni economiche. Ha sottolineato che è fondamentale cambiare i calcoli di Putin per dimostrargli che non c’è via d’uscita. Riferendosi agli sviluppi in Asia, il segretario generale ha notato una crescente collaborazione tra Cina, Russia, Corea del Nord e Iran, suggerendo che la Cina potrebbe diventare un facilitatore chiave della Russia.
Il vero confronto avverrà oltreoceano: Umerov e Hnatov sono attesi negli Stati Uniti per chiarire la posizione di Donald Trump sulla lista dei desideri di Putin, che rimane inflessibile sui suoi requisiti territoriali e sulla limitazione dell’esercito ucraino. “Alcuni sviluppi americani sembrano più o meno accettabili”, ha dichiarato il fidatissimo Yuri Ushakov, aggiungendo che altre formulazioni non soddisfano pienamente le aspettative ucraine.
Un’altra voce, quella di Marco Rubio, ha evidenziato i costi elevati del conflitto, commentando che i russi perdono circa 7000 soldati a settimana e che la guerra, considerata illogica, sta diventando sempre più difficile da giustificare. “Solo Putin può porre fine a questa guerra” ha concluso Rubio, riconoscendo che dopo dieci mesi il conflitto si è trasformato in una crisi complessa che non può essere risolta rapidamente.
Che brutta storia! La diplomazia sembra remare contro, mentre l’Europa cerca di liberarsi dal gas russo. Ma poi chi pagherà il prezzo di questa scelta? E tutto questo mentre il conflitto continua in Ucraina… La situazione è davvero complessa, spero si trovi una soluzione presto.