Elia Del Grande trasferito ad Alba: nuove indagini su possibili complici
Cadrezzate (Varese) – Elia Del Grande, protagonista di un caso di omicidio che ha scosso l’Italia, è stato trasferito ad Alba, un passaggio che segna una svolta nella sua vicenda e apre uno squarcio sui possibili sostenitori della sua latitanza, riporta Attuale.
Dopo tredici giorni trascorsi tra boschi e strade secondarie, il 49enne che a Cadrezzate sterminò la propria famiglia è stato ricollocato in una casa-lavoro nel Cuneese, scelta che rappresenta un cambiamento significativo nella gestione della sua pericolosità. Il trasferimento è stato disposto dal magistrato di sorveglianza di Modena e, sebbene non sia tecnicamente un arresto, il contesto del trasferimento ha avuto il sapore di una cattura. Del Grande è stato scortato fuori dal Comando provinciale dei carabinieri e il caso è tornato di competenza modenese.
In merito alla latitanza di Del Grande, che nel 1998 uccise il padre, la madre e il fratello, emerge un nuovo elemento: la moglie, Rossella Piras, 57 anni, è indagata per favoreggiamento dalla Procura di Varese. Nelle ultime ore, la sua abitazione è stata perquisita e sono stati sequestrati elementi considerati utili per le indagini. Gli investigatori hanno ritenuto improbabile che Del Grande abbia trascorso da solo i tredici giorni di fuga. Le piste aperte indicano tre possibili sostegni: un tassista, una conoscente con cui avrebbe riallacciato contatti recentemente e la moglie, già coinvolta in un tentativo di fuga dal carcere nel 2015.
Secondo le ricostruzioni, il 12 novembre Rossella Piras sarebbe arrivata a Cadrezzate in taxi, diretta all’abitazione sopra la panetteria Del Grande, residenza del marito. Alcuni testimoni l’hanno descritta con un borsone, successivamente sparito. Attorno alle 20, i carabinieri hanno fermato Del Grande. Le Procure di Modena e Varese stanno ora indagando sull’allontanamento dalla struttura del Modenese e sui movimenti e le coperture che avrebbero permesso al 49enne di muoversi tra boschi e abitazioni isolate senza lasciare tracce. Il reato ipotizzato per chi lo avesse aiutato è l’agevolazione d’evasione, previsto dall’articolo 391 del Codice penale, con una pena che può arrivare fino a due anni di reclusione.
Incredibile che dopo tutto questo tempo, ancora ci siano dei complici! Non so come certe persone possano difendere un mostro del genere. La giustizia deve fare il suo corso, ma dubito che Del Grande abbia agito tutto da solo durante la fuga. Che schifo!