Due membri del governo di Benyamin Netanyahu, appartenenti all’ala ultradestra, sono stati recentemente al centro dell’attenzione di alcuni governi occidentali a causa delle loro posizioni radicali riguardo Gaza. Il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, insieme al ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ha subito sanzioni da parte di Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Norvegia. Queste misure sono state adottate in risposta all’aumento delle tensioni nella Striscia di Gaza e alle iniziative di espansione delle colonie in Cisgiordania, riporta Attuale.
Implicazioni delle Sanzioni
I due politici subiranno il congelamento dei beni e l’interdizione di ingresso nei quattro Paesi menzionati. Le sanzioni, che richiamano quelle applicate ai funzionari russi coinvolti nella guerra in Ucraina, erano in discussione da tempo, ma oggi è stata formalizzata la decisione. L’azione del governo britannico evidenzia la crescente pressione sia dal pubblico che dal Parlamento per adottare ulteriori misure contro le operazioni israeliane in Gaza e Cisgiordania.
Le accuse: “Instigatoridella violenza e violazioni dei diritti umani”
In una dichiarazione comune, i cinque governi hanno accusato Ben-Gvir e Smotrich di incitazione alla “violenza estremista e a significative violazioni dei diritti umani dei palestinesi”, sottolineando che bisogna garantire che i responsabili siano ritenuti tali. Il governo britannico ha reso noto di aver comunicato le sue preoccupazioni al governo Netanyahu riguardo alle affermazioni “infiammatorie ed estremiste” dei due ministri. David Lammy, ministro degli Esteri britannico, ha confermato le sanzioni, aggiungendo che gli Stati Uniti non si uniranno a questa iniziativa.
Israele ha prontamente reagito, con il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar che ha classificato le sanzioni come “inaccettabili”. Ha accennato a una possibile discussione con il primo ministro Netanyahu e a una riunione straordinaria di gabinetto per decidere come rispondere a questa misura.
Motivi delle Sanzioni
Le azioni e le dichiarazioni di Smotrich e Ben-Gvir sono state ampiamente criticati soprattutto in seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Smotrich ha recentemente favorito l’espansione di 22 insediamenti in Cisgiordania e si è opposto all’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, dichiarando che non permetterà nemmeno l’arrivo di un “chicco di grano”. Affermazioni come “Gaza sarà completamente distrutta” e l’idea che la morte per fame di milioni di palestinesi possa essere giustificata, sono emblematiche delle politiche del governo Netanyahu, spesso interpretate come una forma di genocidio.
Il volto di Ben-Gvir è noto per le sue provocatorie apparizioni nella Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove ha recentemente richiesto la sostituzione della moschea di al-Aqsa con una sinagoga. Le sue posizioni esplicite sull’espulsione dei palestinesi da Gaza e la negazione della necessità di aiuti umanitari hanno scatenato dure critiche a livello internazionale.
Entrambi i ministri provengono da partiti di destra che sostengono il governo di coalizione di Netanyahu. Il partito di Ben-Gvir, Otzma Yehudit (Potere Ebraico), possiede sei seggi, mentre il partito Sionismo Religioso di Smotrich ne detiene sette, consolidando così la loro influenza in un governo sempre più radicalizzato.