Conflitto tra Netanyahu e il capo dell’esercito

06.08.2025 10:15
Conflitto tra Netanyahu e il capo dell'esercito

Conflitto tra Netanyahu e il Capo dell’Esercito Eyal Zamir

Negli ultimi giorni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il capo dell’esercito Eyal Zamir hanno avuto divergenze su vari argomenti, compreso il nuovo piano di occupazione totale della Striscia di Gaza, recentemente divulgato dai media locali ma ancora non ufficialmente approvato. Stando a fonti giornalistiche, Zamir considera questa strategia eccessivamente rischiosa per i prigionieri attualmente detenuti da Hamas e da altre organizzazioni radicali, un problema già oggetto di preoccupazione per una parte della società israeliana critica nei confronti della conduzione della guerra da parte di Netanyahu, riporta Attuale.

Lo scontro tra Netanyahu e Zamir è significativo poiché quest’ultimo è stato nominato proprio da Netanyahu meno di sei mesi fa, con l’intento di circondarsi di collaboratori fidati. Recentemente, molti dei suoi associati hanno lasciato il governo a causa di disaccordi con le politiche attuate, creando una tensione nell’ambiente politico.

Una delle principali obiezioni da parte di Zamir riguarda il servizio militare per gli ebrei ultraortodossi. Negli ultimi anni, questo dibattito ha sollevato numerose polemiche in Israele, soprattutto dopo che una sentenza della Corte costituzionale ha revocato l’esenzione dal servizio militare per gli ultraortodossi, costringendo così il governo a considerare interventi. Tuttavia, Netanyahu sembra riluttante a implementare la coscrizione obbligatoria per non alienare i partiti ultraortodossi che sostengono il suo esecutivo, mentre Zamir è favorevole a una simile misura.

Un’altra critica sollevata da Zamir concerne il piano di occupazione della Striscia e la sicurezza degli ostaggi, stimati attualmente in venti. Secondo i rapporti, un’offensiva su larga scala potrebbe spingere Hamas a eseguire esecuzioni, causando nel contempo pesanti perdite tra le forze israeliane. Zamir sostiene che sia più efficace proseguire con il piano militare già in atto, che prevede una strategia di accerchiamento progressivo delle aree densamente popolate e operazioni mirate a bassa intensità.

In risposta alle preoccupazioni di Zamir, fonti vicine a Netanyahu hanno affermato che, se il generale non è d’accordo, ha la libertà di dimettersi. Questo scambio di battute ha intensificato ulteriormente le tensioni tra i due dirigenti.

La situazione è diventata più tesa martedì quando Yair Netanyahu, figlio del primo ministro, ha criticato pubblicamente Zamir sui social media, accusandolo di fomentare una ribellione all’interno dell’esercito. Inoltre, la televisione pubblica Kan ha riferito di un’ulteriore disputa tra Netanyahu e Zamir, originata dalle lamentele espresse da quest’ultimo riguardo agli attacchi mediatici contro di lui.

Attualmente, non si intravedono segnali di distensione, e la possibilità di dimissioni da parte di Zamir rimane concreta. In seguito a queste tensioni, il generale ha annullato una visita ufficiale negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto incontrare rappresentanti militari e funzionari governativi.

Zamir, che ha una lunga carriera nell’esercito, è stato già consigliere personale di Netanyahu per le questioni militari tra il 2012 e il 2015 e, dal 5 marzo di quest’anno, è a capo dello stato maggiore. La sua nomina è avvenuta dopo le dimissioni di Herzi Halevi, il quale aveva assunto la responsabilità per il fallimento nel prevenire l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.

Zamir ha contribuito a elaborare un nuovo piano militare per la Striscia di Gaza, che ha segnato un riavvio delle operazioni aeree e di terra. La sua figura è stata scelta appositamente per la predisposizione a seguire una linea dura nella gestione del conflitto, che ha portato all’occupazione di gran parte del territorio gazziano.

Con una carriera militare che abbraccia diverse operazioni significative, Zamir vanta esperienza su vari fronti, incluso il Libano dal 1982. La sua leadership durante il comando meridionale dell’esercito, durante le manifestazioni della Grande marcia per il ritorno, ha comportato un uso delle forze che ha suscitato un intenso dibattito sulla proporzionalità delle reazioni da parte dell’esercito.

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