Cosa c’è davvero dietro il boom di furti d’auto

18.04.2024
Cosa c'è davvero dietro il boom di furti d'auto
Cosa c'è davvero dietro il boom di furti d'auto

Che fine fanno i veicoli rubati, come entrano in azione i criminali, dove ci sono più furti, quali sono i modelli (anche di moto) più “ambiti” dai ladri. In un nuovo report tutto quello che si nasconde dietro un business sfaccettato, che non conosce limiti. Nel 2023 nuova crescita: +7 per cento. Il confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea è impietoso. Le cose da sapere su un vero “problema italiano”

Idati parlano chiaro: i ladri d’auto sono “in ottima forma”, e non sono “dilettanti”. Il 2023 ha registrato una nuova crescita dei furti di veicoli in Italia: +7%. Dal 2013 ad oggi sono stati rubati 1 milione e 550mila veicoli: solo 609mila sono stati ritrovati, di quasi 940mila si sono perse le tracce, instradati su mercati esteri o cannibalizzati e utilizzati per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.

A livello europeo il nostro Paese è secondo alla sola Francia, dove però i furti sono in deciso calo. In tutti gli altri Stati membri dell’Ue si rubano meno di 40mila veicoli l’anno. 39mila in Germania, 33mila in Turchia, 22mila in Olanda, 20mila in Spagna. In gran parte dei Paesi Ue il numero dei furti non raggiunge le 1.000 unità.

Sono innumerevoli gli spunti che regala il ‘Dossier sui furti di veicoli 2024’, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp nel settore soluzioni telematiche e recupero veicoli rubati, che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal ministero dell’Interno (relativi al 2023) e li ha integrati con quelli provenienti da elaborazioni e report.

Boom di furti d’auto: perché il business prolifera

Nel 2023 si è registrata una netta crescita dei furti di veicoli (+7% vs 2022), che hanno raggiunto quota 131.679 unità nel nostro Paese. L’aumento è generalizzato, ha toccato tutte le categorie di veicoli, vetture/Suv, moto/scooter. Un aumento ancora più significativo ha riguardato nello specifico gli autoveicoli (+11%), ritornati vicini alle 100mila sottrazioni annue, mentre hanno registrato solo un leggero incremento i motoveicoli (+2%). Rimane anche l’anno scorso ben sotto la metà del totale rubato, al 44%, la percentuale di veicoli recuperati e restituiti al legittimo proprietario. Elemento che conferma come le attivitàcriminali siano oggi prerogativa di vere e proprie holding di smercio e/o di smontaggio dei veicoli sottratti, in grado di agire con grande tempestività e di instradare i veicoli oppure le singole componenti disassemblate lungo le direttrici balcaniche dell’Est Europa oppure verso il Nord Africa. A volte perfino in Medio Oriente.

Un milione di auto rubate in un decennio

Dal post pandemia in poi questo business criminale ha ripreso fiato e vissuto una fase di continua crescita, tale da aumentare il livello di allerta registrato soprattutto in alcune aree del nostro Paese, in special modo per i possessori dei veicoli più gettonati dai ladri di auto. Il trend dal 2013 al 2023 mostra numeri decisamente allarmanti, nonostante il quasi totale fermo delle attività nel 2020: 1 milione 550mila sono stati i veicoli (auto, Suv/Crossover, Van, mezzi pesanti, motoveicoli) rubati in Italia.

Di questi, solo 609mila sono stati recuperati (il 39% del totale), 939.500 sono spariti nel nulla. Se guardiamo alle sole quattro ruote, dal 2013 a oggi le sottrazioni ammontano a oltre 1 milione e 113mila. Poche centinaia di migliaia di unità in meno rispetto alle immatricolazioni di vetture registrate nel 2023, tanto per dare un’idea dell’ampiezza dle fenomeno.

Bastano pochi euro

Ma quali sono i trend che stanno guidando questa crescita? Senza dubbio incide l’utilizzo sempre più frequente da parte dei ladri di dispositivi hi-tech in grado di agevolare e rendere più rapida e meno vistosa la violazione delle auto di ultima generazione e la loro sottrazione. LoJack stima che oggi oltre 1 sottrazione su 3 di veicoli dotati di sistemi di apertura contactless (con apertura e chiusura dell’abitacolo senza l’inserimento della chiave) venga portato a termine anche grazie all’impiego di device tecnologici, spesso acquistabili online per pochi euro.

La crescente attenzione verso gli Sport Utility Vehicles è il secondo fattore trainante degli ultimi anni. Oggi oltre 1 furto di autoveicolo su 5 riguarda i Suv/Crossover, una categoria sempre più attrattiva per questo business sia grazie alla crescente diffusione sul mercato nazionale (e alla conseguente ampia richiesta di pezzi di ricambio), sia grazie all’appeal che questa categoria registra su mercati esteri in cui vengono ‘piazzati’ i mezzi prelevati nel nostro Paese.

Il furto è spesso finalizzato al riciclaggio internazionale

In grandi centri come Milano e Roma e in alcune aree del nostro Paese (soprattutto se vicino a porti o a frontiere), il furto è spesso finalizzato al riciclaggio internazionale. Un traffico redditizio in cui sono coinvolti i ladri che sottraggono fisicamente l’auto, i proprietari di garage o magazzini in cui l’auto solitamente viene lasciata a ‘decantare’ alcune ore/giorni prima di essere smontata o caricata in container o veicoli commerciali, i trasportatori e infine i broker criminali che presidiano i vari passaggi e governano le operazioni fino alla vendita nel Paese di destinazione.

Gli esperti spiegano che chi sottrae fisicamente una utilitaria può assicurarsi un guadagno immediato di poco inferiore ai 1.000 euro, provento che può salire fino a 5mila euro per le vetture di lusso del valore di 100mila euro. Il costo del trasporto si aggira attorno ai 2-3mila €, se la vettura viene spostata verso l’Est, mentre l’intera operazione che comprende il trasporto del veicolo a bordo di una nave (all’interno di un container) può variare tra i 10.000 e i 15.000 euro. Decisamente meno oneroso risulta spostare la vettura affidandosi a una staffetta di autisti che si danno il cambio alla guida dell’auto sottratta fino a destinazione: tra i 500 e i 1.000 euro il loro profitto.

C’è poi un’ulteriore piaga, quella dei furti parziali di specifiche componenti (navigatori satellitari, pneumatici, marmitte/catalizzatori, attuatori della frizione, fari Led, batterie elettriche, etc…), alimentata dalla crisi produttiva del mercato automotive e dalle strette commerciali. Una volta sottratti, i pezzi vengono poi instradati sul mercato nero nazionale della ricambistica oppure stipati all’interno di container e caricati su navi in partenza dai porti del Mar Tirreno

La classifica delle auto più rubate

La classifica dei modelli di vetture più rubate riserva poche sorprese rispetto allo scorso anno, con quelli del Gruppo Stellantis che presidiano le posizioni di vertice. In testa la Fiat Panda con 12.571 sottrazioni (1 autoveicolo rubato su 10 è una Panda), seguita dalla Fiat 500 (5.889), dalla Fiat Punto (4.604), dalla Lancia Ypsilon (4.472), dalla Fiat 500 L (2.637) e dalla Alfa Romeo Giulietta (2.075). Le ultime quattro posizioni sono occupate dalla Smart Fortwo (1.976), dalla Citroen C3 (1.741), dalla Volkswagen Golf (1.465) e dalla Renault Clio (1.365). Oltre la metà dei furti di auto, il 54%, riguarda questi modelli.

Le tre vetture che più difficilmente vengono ritrovate sono, nell’ordine, Golf (la si recupera solo nel 35% dei casi), C3 (36%) e Fortwo (37%). Nella categoria Suv/Crossover, i più ambiti sono la Fiat 500X (1.997 unità sottratte nel 2023, il 10% del totale Suv), seguito dalla Jeep Renegade (1.653), dalla Peugeot 3008 (778), Jeep Compass (713) e dalla Renault Captur (663).

Le regioni con più furti 

L’incremento dei furti di autoveicoli (vetture+furgoni+Suv/Crossover) ha riguardato in modo abbastanza uniforme tutte le aree del Paese, ma, guardando alla distribuzione geografica del fenomeno, si conferma la totale polarizzazione sulle consuete cinque regioni a bollino rosso: nell’ordine Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia. Lì si registrano 80.559 delle 99.153 sottrazioni totali nazionali: 8 furti su 10 di fatto si concentrano in questi territori.

Nessuna sorpresa, visti i trend degli anni passati: si conferma una volta di più come le organizzazioni criminali privilegino operare all’interno delle grandi metropoli o in alcuni contesti del Sud Italia. Il primato negativo della Campania resta irraggiungibile con 26.045 furti (+9% rispetto al 2022), seguita con distacco da Lazio, con 16.912 episodi (anch’esso in crescita lo scorso anno, del 12%), Puglia (14.978), Sicilia (13.174) e Lombardia (9.750 e +15% vs 2022).

Campania e Lazio sono anche le Regioni in cui le percentuali di recupero restano più basse, rispettivamente al 36% e al 35%. In queste aree le speranze di rientrare in possesso della propria auto rubata si assottigliano: in quasi 2 casi su 3 la vettura rubata sparisce nel nulla dopo il furto. Nel cuore della Puglia, invece, la sfida dei ritrovamenti di vetture rubate assume una sfumatura particolare. Qui, i già bassi tassi di recupero si traducono spesso in ritrovamenti che lasciano un’amara traccia: i veicoli recuperati sono spesso ridotti a relitti, smantellati in meno di 24 ore per la vendita dei pezzi di ricambio. Diverse, invece, sono le Regioni in cui i proprietari di un’auto possono dormire possono tranquilli. Sono otto le Regioni in cui le sottrazioni non raggiungono i 600 casi l’anno: Basilicata, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Molise, Trentino-Alto Adige e Umbria.

Moto e scooter

Anche il business dei furti di moto e scooter continua la propria crescita registrata negli ultimi anni, sebbene con tasso di incremento inferiore (+2%) rispetto a quello registrato da altre categorie di veicoli. Lo scorso anno sono state rubate 31.856 due ruote a motore. Di queste, poco più di 13mila (il 42%) sono state restituite ai legittimi proprietari, la restante parte (28mila unità) è sparita nel nulla, per essere rivenduta soprattutto in Paesi dell’Est Europa o per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio usati. Approfondendo la distribuzione delle sottrazioni, emergono alcune peculiarità di questo business criminale. Se, infatti, si conferma il primato di Campania e Lazio, rispettivamente con 6.272 e 5.842 sottrazioni, al terzo posto, sul gradino più basso del podio si colloca la Sicilia (5.298), seguita dalla Lombardia (4.613), Toscana (2.061) e Puglia (1.541).

Gli aumenti più significativi dei furti si sono registrati nel 2023 nel Lazio (+12%) e in Lombardia (+11%), mentre il calo del 10% in Campania non ne ha compromesso la leadership. La top 5 dei modelli più rubati vede il primato incontrastato dell’Honda Sh (7.226 unità rubate nel 2023, quasi 1 moto/scooter rubata su 4 è SH), seguito dal Piaggio Liberty (2.332, in forte crescita), dalla Piaggio Vespa (1.878), dallo Aprilia Scarabeo (1.840) e dal Agility Kymco che entra nella top five con 1.382 sottrazioni. Sh e Vespa, rispettivamente con il 38% e il 34%, sono i mezzi più difficili da ritrovare.

La situazione nel resto d’Europa 

Il dossier riporta anche alcuni dati e valutazioni tratti dal Rapporto ‘Organized vehicle crime in Europe’ del Vehicle Crime Barometer che analizza il fenomeno dei furti in sei Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Bulgaria, Olanda e Belgio) dal 2000 al 2021 e dai dati rilevati da Eurostat (anno 2021). Dall’incrocio tra i dati continentali e quelli nazionali emerge la poco invidiabile leadership del nostro Paese nel ranking delle nazioni con il più alto numero di furti di veicoli, con oltre 110mila veicoli rubati, nel 2021, preceduta dalla sola Francia con 122.000 episodi. Il Belpaese è seguito poi, a distanza siderale, dalla Germania con 39mila furti e da Turchia (33.000), Olanda (22.000) e Spagna (20.000).

In gran parte dei Paesi UE il numero dei furti non raggiunge le 1.000 unità. Sono tre le principali tendenze rilevate dallo studio Del Vehicle Crime Barometer a livello continentale negli ultimi 20 anni: un significativo calo del numero di veicoli rubati in quasi tutti i Paesi analizzati, cui fa da contraltare il recente boom dei furti parziali di componenti come airbag, navigatori satellitari, volanti, pneumatici e molto altro; l’aumento dei furti di Suv, auto di lusso e veicoli di ultima generazione messi a segno grazie all’utilizzo di strumenti hi-tech, come la riprogrammazione della smart key e il relay attack; la professionalizzazione del business, appannaggio non più di ladri improvvisati, ma di vere e proprie bande criminali in grado di articolare un sistema a livello internazionale che utilizza i grandi hub portuali europei per il trasporto di mezzi e componenti rubati verso i mercati di destinazione.

Nel 2021 in Francia sono stati circa 122mila i veicoli rubati, un numero decisamente significativo, ma crollato rispetto agli oltre 211mila del 2008. Le auto più rubate sono la Toyota Prius, la Ds7 Crossback e la Renault Megane. Al calo dei furti si contrappone un brusco aumento dei furti parziali. Il mercato dell’auto tedesco vede un’ampia presenza di brand premium come Audi, Bmw, Mercedes e Porsche e ha registrato un forte calo dell’incidenza dei furti negli ultimi 30 anni. Si è così passati dagli oltre 200mila furti annui degli anni ’90 ai circa 39.000 avvenuti nel 2021 – 2022. Le auto rubate vengono instradate soprattutto verso l’Europa dell’Est, l’Asia centrale e il Nord Africa.

Il Belgio, invece, è considerato soprattutto come un Paese di transito per il business internazionale dei furti di veicoli, grazie ai porti disponibili e in quanto consente una via facile d’accesso a diversi Paesi europei. Qui la contrazione del fenomeno ha portato dagli oltre 10mila del 2013 ai 4.745 del 2021. Tra gli autoveicoli più rubati Toyota Rav4 – Land Rover Velar – Lexus Landcruisers.

L’Olanda è per le organizzazioni criminali internazionali un importante hub portuale attraverso il quale trasportare i mezzi rubati, interi o disassemblati in pezzi di ricambio, verso altri Paesi e in particolare verso i paesi baltici, il centro ed est Europa e le nazioni africane. Nel 2012 oltre 11mila vetture sono state rubate, ma il trend è in calo e si registrano circa 9mila sottrazioni di veicoli. I brand preferiti dai ladri sono Volkswagen, Toyota e Bmw.

Tra i Paesi europei  in cui il rischio furto è più basso c’è anche la Bulgaria dove si è passati dai circa 12mila furti del 2000 ai 1.351 del 2021, gran parte dei quali commessi nella capitale Sofia, dove vengono prese di mira quasi solo auto di segmento elevato. Tra i metodi hi-tech più utilizzati per sottrarre le vetture di ultima generazione ci sono la riprogrammazione della chiave, il relay attack e l’utilizzo di jammer sofisticati per bloccare il segnale Gps. Nonostante una diminuzione dei furti di auto in Bulgaria, i ladri hanno raffinato una pratica subdola: chiedere il riscatto non solo per l’intera vettura rubata, ma anche esclusivamente per i pezzi di ricambio. Così i ladri sfruttano la grande domanda di componenti di ricambio sul mercato nero, rendendo redditizio persino il furto parziale di veicoli.

Fonte: LaStampa

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