Cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale nelle rivolte in Irlanda del Nord

12.06.2025 19:16
Cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale nelle rivolte in Irlanda del Nord

Per il terzo giorno consecutivo, si sono verificati disordini contro i migranti a Ballymena, una città dell’Irlanda del Nord. Le manifestazioni, iniziate lunedì, si sono diffuse mercoledì a Larne, dove è stato dato fuoco a un centro sportivo. Anche a Carrickfergus, Newtownabbey e nel nord di Belfast si sono registrati episodi di violenza. Negli scontri con le forze dell’ordine sono stati feriti 32 agenti, ma l’ultimo rapporto della polizia fa riferimento a martedì. Almeno cinque manifestanti sono stati arrestati, riporta Attuale.

L’Irlanda del Nord ha una storia di disordini, che solitamente riflettono le tensioni tra unionisti e nazionalisti. Tuttavia, ciò che distingue queste recenti manifestazioni è l’emergere di un motivazione razzista, simile a quella vista in altre recenti proteste sia in Irlanda che nel Regno Unito.

Queste proteste hanno avuto origine a causa di un presunto caso di molestie sessuali su una giovane ragazza nel quartiere Clonavon Terrace di Ballymena. Lunedì, durante un’udienza in tribunale, due adolescenti di 14 anni sono stati interrogati via video e, parlando romeno, hanno negato le accuse. Nello stesso giorno, un post sui social media ha convocato una veglia pacifica per esprimere indignazione circa la situazione, mirando a “mostrare la nostra rabbia per ciò che non può e non sarà accettato in questa città”.

La manifestazione, che si è trasformata rapidamente in scontri, ha visto giovani con volti coperti costruire barricate e lanciare bottiglie, mattoni e molotov contro la polizia, incendiando veicoli e danneggiando le proprietà degli immigrati. Alcune case sono state contrassegnate con adesivi che indicavano “casa britannica”, lasciando dubbi su chi li avesse affissi, se i rivoltosi stessi o residenti preoccupati per la loro sicurezza.

La risposta della polizia ha incluso squadre cinofile e cannoni ad acqua, con rinforzi richiesti da altre aree del Regno Unito. Il Police Service of Northern Ireland (PSNI) ha descritto la situazione come “violenza politica mirata contro le minoranze etniche e le forze dell’ordine”. La narrazione dei manifestanti ha cercato di collegare il caso delle molestie all’immigrazione, che è relativamente bassa in quest’area rispetto ad altre zone britanniche.

Jim Allister, un parlamentare del partito unionista con posizioni più estreme (Traditional Unionist Voice), ha parzialmente giustificato le proteste affermando che questi scontri derivano da frustrazione per “l’immigrazione incontrollata”. L’Irlanda del Nord è notoriamente la nazione più “bianca” del Regno Unito, con solo il 3,4% della popolazione appartenente a minoranze etniche, rispetto all’18,3% di Inghilterra e Galles e al 12,9% della Scozia. Secondo il censimento del 2021, la comunità straniera più rilevante a Ballymena è quella romena, che include i due adolescenti accusati.

Attivisti e influencer di estrema destra hanno contribuito a esacerbare la situazione, come osservato in manifestazioni simili della scorsa estate nel Regno Unito. Hanno amplificato notizie false riguardo il caso di molestie ancor prima dell’udienza in tribunale, richiamando eventi passati di violenza come quello di Southport e l’accoltellamento a Dublino. Queste narrazioni distorte hanno trovato terreno fertile nei social media, alimentando un preoccupante pattern di attivismo razzista e antimigrante.

Il recente report di un’associazione per i diritti umani ha esaminato proteste precedenti, evidenziando come “narrazioni falsificate” sui social media stessero alimentando tensioni già esistenti, specialmente in aree a maggioranza bianca e di classe operaia. La politica locale ha condannato unanimemente le rivolte. Mercoledì, la vice prima ministra nordirlandese, Emma Little-Pengelly, ha visitato Ballymena, e la famiglia della ragazza coinvolta nel caso delle molestie ha espressamente chiesto che “la giustizia venga fatta nel modo appropriato”, rifiutando tasse di violenza.}

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