Il 10 settembre 2025 il progetto investigativo “Schemi” di Radio Svoboda ha pubblicato un’inchiesta che rivela la costruzione di una nuova base militare a sud di Minsk, nei pressi del villaggio di Pavlivka. Secondo gli esperti, l’area potrebbe diventare il sito di schieramento del complesso missilistico balistico russo di medio raggio “Oreshnik”, considerato un potenziale strumento strategico per Mosca nella guerra contro l’Ucraina e nel confronto con l’Occidente.
Sviluppi documentati dalle immagini satellitari
L’analisi delle immagini satellitari mostra che dal giugno 2024 nell’ex campo militare sovietico “Campo n. 25 Pavlivka” sono iniziate attività di disboscamento e lavori di scavo. Nel 2025 il ritmo dei lavori è aumentato notevolmente. Oggi l’area copre oltre 2 km², equivalenti a circa 280 campi da calcio. Le immagini di agosto 2025 mostrano depositi, tre hangar per veicoli militari, fondamenta di nuove strutture per il personale e tre ulteriori piazzole collegate da strade interne. Le autorità bielorusse non hanno mai menzionato ufficialmente il progetto, né esistono registrazioni pubbliche o catastali relative al sito.
Il potenziale ruolo del complesso “Oreshnik”
Secondo Marko Eklund, ex maggiore della difesa finlandese con oltre vent’anni di esperienza nell’analisi delle forze armate russe, l’impianto in costruzione corrisponde a una possibile base missilistica strategica. Il “Oreshnik”, arma di nuova generazione, è progettato per trasportare testate multiple indipendenti, rendendolo difficile da intercettare con i moderni sistemi antimissile. La sua installazione in Bielorussia ridurrebbe drasticamente i tempi di volo verso obiettivi in Ucraina e Polonia, aumentando la pressione militare su Kiev e sull’Europa centrale.
Implicazioni geopolitiche e di sicurezza
Il progetto rappresenta un’ulteriore dimostrazione della crescente integrazione militare tra Russia e Bielorussia, con Minsk sempre più subordinata agli interessi strategici del Cremlino. La prospettiva di ospitare missili “Oreshnik” rafforza i timori di una nuova fase di confronto diretto con la NATO, costringendo l’Alleanza a investire in sistemi di difesa antimissile e nel rafforzamento del fianco orientale. L’eventuale schieramento avrebbe quindi un impatto diretto sulla sicurezza regionale e sugli equilibri di deterrenza in Europa.
Il contesto politico e la posizione di Lukashenko
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko si trova in una posizione ambivalente: da un lato dipende totalmente dal sostegno economico e politico di Mosca, dall’altro cerca di mantenere margini di manovra con l’Occidente. In questo quadro si inserisce la recente visita del ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó a Minsk, interpretata come un tentativo di legittimazione internazionale del regime e di riduzione della percezione di isolamento. Tuttavia, la visita, avvenuta lo stesso giorno in cui l’Ucraina subiva attacchi con droni e missili russi, è stata criticata come un segnale che favorisce la narrativa di Mosca e mina l’unità di UE e NATO.