Con il suo ritorno alla Casa Bianca, tanti sono i settori che potrebbero essere “riformati”. In cima alla lista delle priorità del 47esimo presidente statunitense c’è l’immigrazione illegale, che è stato un tema al centro della campagna presidenziale
Già dal primo giorno della sua presidenza, Donald Trump vuole cambiare gli Stati Uniti a colpi di ordini esecutivi. Lo fece già durante il suo primo mandato, quando firmò sette ordini consecutivi, che variavano dalla protezione dei confini alla sanità pubblica e quindi l’Obamacare. Ma questa volta la posta sembra più alta: si prevede che firmerà più di 100 ordini esecutivi poche ore dopo il giuramento come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Riguarderanno qualsiasi cosa, dalla politica sull’immigrazione e sulle frontiere all’azione per il clima, all’energia e persino alle criptovalute.
Cosa sono gli ordini esecutivi e come funzionano
Alcuni ordini esecutivi sarebbero già pronti da firmare. Si tratta di provvedimenti con cui il presidente esercita il potere esecutivo senza passare dal Congresso. È la stessa Costituzione degli Stati Uniti, con l’articolo II, a riconoscere il potere all’inquilino della Casa Bianca di firmare ordini esecutivi. Gli ordini esecutivi hanno il potere di legge e rimangono in vigore fino a quando non vengono annullati, abrogati, bloccati o scadono.
Se si ritiene che un ordine esuli dai limiti di ciò che è accettabile, può essere soggetto a revisione legale da parte del Congresso, che può anche approvare una legge per annullare l’ordine esecutivo. Per Trump, però, si apre una strada tutta in discesa. La solida maggioranza repubblicana al Congresso dovrebbe essere una garanzia anche di fronte all’offensiva dei gruppi di difesa dei diritti civili e dei governatori degli Stati democratici. Per questo, gli ordini esecutivi sono controversi perché aggirano l’approvazione del Congresso, consentendo al presidente di agire autonomamente.
Tutto il lavoro di Biden che Trump cancellerà con una firma
Sempre più spesso i presidenti in carica hanno fatto sempre ricorso agli ordini esecutivi per annullare il lavoro dei loro predecessori. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, tanti sono i settori che potrebbero essere “riformati”. In cima alla lista delle priorità del 47esimo presidente statunitense c’è l’immigrazione illegale, che è stato un tema al centro della campagna presidenziale.
Trump ha promesso di “lanciare il più grande programma di deportazione della storia americana”, a partire dal primo giorno. Tom Homan, il suo nuovo “zar delle frontiere”, ha proposto una linea telefonica diretta per gli americani per denunciare gli immigrati privi di documenti che ritengono abbiano commesso reati. Trump ha anche detto che porrà fine a una politica che da tempo impedisce alle autorità federali per l’immigrazione di condurre incursioni nelle chiese e nelle scuole. Tra gli ordini esecutivi quello con cui Trump dichiarerà l’emergenza nazionale sul confine tra Usa e Messico che, come lui stesso ha anticipato durante il discorso della notte scorsa, “metterà fine all’invasione delle nostre frontiere e rimanderà a casa quelli che sono entrati illegalmente”. Seguiranno quindi altre misure contro gli immigrati come il rafforzamento del muro al confine tra Stati Uniti e Messico, la messa al bando dei re-insediamenti e le restrizioni sull’acquisizione della cittadinanza. Trump infatti ha definito “ridicolo” il diritto costituzionale, vecchio di 150 anni, secondo cui chiunque nasca sul suolo statunitense è cittadino americano e ha promesso di eliminarlo fin dal primo giorno.

Stephen Miller, il principale consigliere della nuova Casa Bianca di Trump che nella prima amministrazione fu l’architetto delle più controverse misure anti-migranti, ha illustrato ieri in una conference call le misure ai leader repubblicani del Congresso, a partire appunto dall’avvio dell’ampia operazione contro i migranti, che è stata una delle principali promesse elettorali.
Ha spiegato poi che la dichiarazione dell’emergenza nazionale permetterà l’utilizzo dei fondi del Pentagono per l’operazione, come era stato fatto durante la prima amministrazione per la costruzione del Muro. Inoltre Trump designerà diversi cartelli di narcotrafficanti come organizzazioni terroristiche e reintrodurrà la misura “Remain in Mexico”, che imponeva durante il suo primo mandato che i richiedenti asilo aspettassero in Messico l’esito delle loro domande.
Ma farlo è molto più difficile che emettere un semplice ordine esecutivo, poiché la cittadinanza di nascita è esplicitamente garantita dalla Costituzione degli Stati Uniti ed eliminarla richiederebbe una modifica legislativamente complessa del documento fondamentale americano. Un provvedimento del 1944 consente al governo degli Stati Uniti di limitare l’immigrazione per proteggere la salute pubblica. L’ultima volta è stato utilizzato durante la pandemia, ma i media statunitensi riportano che l’amministrazione entrante è alla ricerca di una malattia che possa giustificare i suoi piani di chiusura del confine meridionale.
La lotta contro la transizione green e la “teoria gender”
Trump spera di annullare gran parte dei risultati di Biden in tema di transizione energetica e politica climatica. Il presidente firmerà ordini esecutivi per rimuovere le restrizioni alle trivellazioni sui terreni federali, mantenendo la sua promessa di “trivellare, trivellare per bene” e aumentare la produzione e l’indipendenza energetica degli Stati Uniti. Con una firma, abolirà i sussidi per le energie rinnovabili, lo stop ai progetti per lo sviluppo del comparto eolico e la revoca del divieto di vendita di auto a benzina. Con ogni probabilità uscirà (nuovamente) dall’accordo sul clima di Parigi del 2015 a cui Biden aveva garantito il sostegno statunitense dopo la firma di un ordine esecutivo proprio contro la decisione di Trump durante il suo primo mandato.
In cantiere ci sarebbero anche istruzioni per limitare la cosiddetta ideologia gender. Negli ultimi anni, scuole e aziende in tutti gli Stati Uniti hanno adottato politiche volte a sostenere le donne e le minoranze razziali. Queste pratiche, spesso classificate come “diversità, equità e inclusione” (DEI), hanno fatto arrabbiare molti conservatori. Trump ha promesso di liberarsene e le principali aziende, tra cui Meta, Walmart e Amazon, hanno già iniziato a ritirare le relative iniziative dopo la sua elezione. Trump potrebbe usare un ordine esecutivo per vietare i finanziamenti federali alle scuole o ad altre istituzioni che hanno programmi DEI. Potrebbe anche vietare i finanziamenti alle scuole che insegnano la “teoria critica della razza”. Trump ha anche ripetutamente criticato quella che definisce “follia transgender” nelle scuole e nell’assistenza sanitaria, e ha specificamente giurato di impedire alle donne transgender di competere negli sport femminili.
Trump imprime anche una stretta sui diritti delle donne. Come la maggior parte dei presidenti repubblicani prima di lui, Trump dovrebbe ripristinare la “politica di Città del Messico”, che vieta gli aiuti federali ai gruppi internazionali che forniscono consulenza sull’aborto. Si prevede anche il ripristino di una norma sull’aborto che vieta agli operatori sanitari federali del Titolo X, un programma di pianificazione per le famiglie a basso reddito, di parlare di aborto ai pazienti, anche se questi lo chiedono.
Per quanto riguarda le minacciata misura contro quello che Trump e i suoi alleati chiamano il ‘deep state’, vale a dire burocrazia e funzionari federali che avrebbero frenato il suo primo mandato, si prevede che il nuovo presidente reintroduca la misura adottata al suo primo mandato per cambiare la definizione di migliaia di posti di funzionari pubblici per poterli affidare a persone di nomina politica impegnati ad applicare la sua agenda. C’è chi si aspetta pure la grazia ai condannati per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e un ordine per “salvare TikTok”.
Con quale frequenza vengono emessi ordini esecutivi?
Franklin D. Roosevelt fu il presidente che emanò il maggior numero di ordini: 3.721 durante i suoi 12 anni di mandato, mentre Woodrow Wilson e Calvin Coolidge ne firmarono rispettivamente 1.803 e 1.203. Trump ha firmato 220 ordini esecutivi durante il suo primo mandato. A titolo di paragone, Joe Biden ha emesso 155 ordini esecutivi durante i suoi quattro anni alla Casa Bianca, mentre Barack Obama e George W. Bush, che hanno entrambi ricoperto due mandati consecutivi, ne hanno emessi rispettivamente 277 e 291.