Dopo l’entusiasmo iniziale che sembrava esserci attorno al progetto dell’Alto rappresentante Kallas, i Ventisette non hanno dato il via libera neanche alla versione “mini” da 5 miliardi per i l’artiglieria chiesta da Zelensky
Con il disimpegno degli Stati Uniti di Donald Trump, l’Unione europea aveva promesso di aumentare in maniera esponenziale gli aiuti militari all’Ucraina. Ma dopo l’entusiasmo iniziale, il piano presentato dall’Alto rappresentante Kaja Kallas per fornire 40 miliardi di euro a Kiev sembra essere del tutto deragliato. L’ex premier estone rischia di non riuscire nemmeno a far passare la versione più modesta del suo progetto: la prima tranche da soli cinque miliardi per munizioni e artiglieria.
Ignorato l’appello di Zelensky
I Ventisette, alla riunione del Consiglio europeo, hanno di fatto ignorato l’appello di Volodymyr Zelensky, che intervenendo in videoconferenza aveva detto: “Abbiamo bisogno di fondi per i proiettili di artiglieria e apprezzeremmo molto il sostegno dell’Europa con almeno cinque miliardi di euro il prima possibile”. Diversi leader non hanno tolto la loro riserva nel Consiglio europeo di ieri (giovedì 20 marzo), tra questi il premier italiano Giorgia Meloni, ma anche il presidente francese Emmanuel Macron.
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha detto che, grazie agli strumenti messi a disposizione dal piano da 800 miliardi di euro di Ursula von der Leyen, “gli Stati membri aumenteranno il sostegno all’Ucraina”, ma non ha menzionato il piano Kallas.
Il piano Kallas
La formulazione originale del “piano Kallas” prevedeva la spedizione all’Ucraina di almeno 1,5 milioni di munizioni di artiglieria nel 2025. Questa idea, presentata il mese scorso, era stata bocciata da un veto ungherese. Poi la liberale estone ci ha riprovato, puntando a mettere insieme una coalizione di Stati disposti a scavare nei loro depositi di armi e nelle casse nazionali per fornire fino a 40 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina quest’anno. Ma anche qui senza successo.
I problemi sono iniziati fin dall’inizio del piano, secondo diversi diplomatici dell’Ue, quando l’Alto rappresentante non è riuscita a ottenere l’approvazione preliminare da parte di nazioni importanti e dei Paesi del Sud, quelli più restii a spendere troppo per le armi, soprattutto quelle da regalare ad altri.
Ruolo difficile
L’ex premier Kallas ha finora provato a mettere in campo mosse audaci a sostegno dell’Ucraina, ma il suo stile d’azione molto intraprendente al momento si sta scontrando con la realtà dei fatti. Il ruolo dell’Alto rappresentante è uno dei più complessi perché, come il presidente del Consiglio europeo, guida un consesso (il Consiglio Affari esteri) in cui è necessaria l’unanimità dei Ventisette per procedere. E quindi, più che guidare la diplomazia, il ruolo spesso si riduce a un suo coordinamento: insomma, un ruolo più diplomatico che politico.