Documentario ITV mette in discussione le operazioni dell’esercito israeliano a Gaza
Questa settimana il canale televisivo britannico ITV ha trasmesso un documentario di circa un’ora in cui vari soldati israeliani smentiscono la narrazione ufficiale dell’esercito e raccontano come, nelle operazioni militari nella Striscia di Gaza, pratiche illegali come l’uccisione indiscriminata di civili palestinesi o il loro uso come “scudi umani” siano frequenti e normalizzate, riporta Attuale.
Il documentario, intitolato Breaking Ranks: Inside Israel’s War (“Rompere i ranghi: dentro la guerra di Israele”), è stato diretto dal regista anglo-iraniano Ben Zand ed ha suscitato un acceso dibattito anche nei media israeliani, specialmente in quelli progressisti. Alcuni soldati hanno scelto di rimanere anonimi, mentre altri hanno accettato di rilasciare dichiarazioni pubbliche.
Un comandante dei carristi, identificato come Daniel, afferma che praticamente ogni unità dell’esercito ha la sua “zanzara”, un termine denigratorio che si riferisce ai civili palestinesi impiegati come scudi umani. Questa pratica consiste nell’inviare i civili a ispezionare i tunnel, permettendo ai soldati di evitare i rischi. Tale strategia è stata documentata da numerose inchieste giornalistiche.
Daniel prosegue spiegando che le uccisioni possono avvenire con grande discrezionalità: “Se vuoi sparargli senza freni, puoi”, riferendosi alla vita dei civili palestinesi. Un altro soldato aggiunge che “la vita e la morte non sono determinate da procedure o regole. È la coscienza dei comandanti sul campo che decide”.
Le testimonianze raccolte nel documentario evidenziano come i soldati stabiliscano arbitrarie definizioni di potenziali nemici. Un soldato di nome Eli commenta: “Se camminano troppo velocemente, sono sospetti. Se camminano troppo piano, sono sospetti. Stanno pianificando qualcosa”.
Eli racconta anche un episodio in cui un ufficiale ha ordinato di demolire un edificio in un’area considerata “sicura” per i civili palestinesi, nonostante sul tetto vi fosse una persona. L’ufficiale ha erroneamente interpretato la situazione, definendo l’individuo come una vedetta, mentre in realtà stava solo stendendo la biancheria.
Nonostante le morti di civili palestinesi, l’esercito israeliano ha frequentemente giustificato le sue operazioni sostenendo di mirare ai miliziani di Hamas, spesso senza fornire prove concrete. Alcuni soldati hanno dichiarato di essere stati influenzati da un linguaggio ostile adottato dai membri del governo di estrema destra del primo ministro Benjamin Netanyahu, con alcuni rabbini dell’esercito che avrebbero anche legittimato tale condotta.
In risposta al documentario, l’esercito israeliano ha affermato di operare in conformità ai propri obblighi etici e legali, una posizione che ha mantenuto in oltre due anni di conflitto, senza però cambiare il proprio modus operandi.