Doha, il ruolo ambivalente del Qatar nei negoziati sul conflitto israeliano-palestinese

09.09.2025 22:25
Doha, il ruolo ambivalente del Qatar nei negoziati sul conflitto israeliano-palestinese

Il Ruolo del Qatar nelle Trattative per Gaza: Un’Analisi Critica

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato costretto a rimanere ai margini delle trattative di pace in corso a Doha a causa di recenti eventi drammatici a Gerusalemme, riporta Attuale. Dopo che gli è stata proposta l’apertura di un canale negoziale su Gaza, a seguito degli attacchi di Hamas del 7 ottobre, Netanyahu ha accettato senza esitazione, dando inizio a un lungo percorso di negoziati che ha portato a un primo cessate il fuoco e al rilascio di un centinaio di ostaggi.

La crisi attuale ha messo in evidenza il duplice ruolo del Qatar: da un lato, come sostenitore di Hamas, e dall’altro, come mediatore nella ricerca di una soluzione pacifica. Infatti, il piccolo stato del Golfo ha gestito con abilità le sue relazioni, riuscendo a mantenere un equilibrio tra gli interessi di diversi attori regionali, tra cui gli Stati Uniti e l’Iran. Il suo rapporto con Netanyahu è stato così profondo da coinvolgere il premier israeliano in scandali legati al cosiddetto Qatargate, un’inchiesta su presunti finanziamenti illeciti.

A Doha, si intrecciano le dinamiche della crisi: l’emirato ha ospitato i negoziati tra Hamas e le altre parti, tentando di orchestrare un passo verso la fine delle violenze. Il Qatar ha fornito supporto finanziario non solo a Hamas, ma ha anche avuto un ruolo significativo nell’assistenza a movimenti estremisti, creando una rete complessa di influenze e relazioni geopolitiche. La sua base militare americana, Al Udeid, rappresenta un elemento chiave nella strategia di difesa degli Stati Uniti nella regione.

Negli anni, il Qatar ha mostrato una particolare inclinazione a fraternizzare con i gruppi islamici, a partire dalla Siria di Bashar Assad fino alla Turchia di Recep Erdogan, creando legami duraturi. Il punto cruciale è arrivato nel 2012, quando l’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al-Thani, è stato ricevuto a Gaza: un gesto simbolico che ha segnato un’apertura delle porte del mondo arabo verso Hamas, facilitato dalla politica statunitense che si stava gradualmente orientando verso l’Iran.

Il coinvolgimento del Qatar ha comportato notevoli finanziamenti, creando una robusta macchina clientelare attorno a Hamas, ma ora si trova a dover fare i conti con una crescente disillusione. Gli ultimi eventi hanno portato l’emirato a rendersi conto che il sostegno a Hamas potrebbe non garantire i ritorni sperati. Le ultime dichiarazioni trapelate suggeriscono che Doha potrebbe non tollerare ulteriori rifiuti da parte di Hamas nei confronti di proposte di cessate il fuoco.

La situazione rimane complessa, con Doha desiderosa di mantenere un ruolo di primo piano mentre si interroga sul valore della sua alleanza con Gaza. Nonostante le avversità, il Qatar continua ad essere un attore cruciale nel panorama geopolitico della regione, mantenendo relazioni intricate ma necessarie nel tentativo di garantire stabilità nel conflitto israelo-palestinese.

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