È morto Giovanni Paoli, giornalista figlio del cantautore Gino

10.03.2025
È morto Giovanni Paoli, giornalista figlio del cantautore Gino
È morto Giovanni Paoli, giornalista figlio del cantautore Gino

Giovanni aveva 60 anni. La morte presso l’unità coronarica dell’ospedale Niguarda di Milano a seguito di un infarto

È morto a 60 anni Giovanni Paoli, giornalista e figlio del cantautore Gino. Colpito da un infarto, Paoli si è spento venerdì 7 marzo presso l’unità coronarica dell’ospedale Niguarda di Milano. Nato a Genova nel 1964 dal matrimonio tra Gino Paoli e la sua prima moglie, Anna Fabbri, Giovanni ha dedicato la sua vita al giornalismo. Da giovane, aveva anche seguito le orme artistiche del padre, suonando nella band che lo accompagnava durante i concerti.

Gino Paoli, che quest’anno compirà 91 anni, ha avuto altri tre figli da diverse relazioni: Amanda Sandrelli, nata anche lei nel 1964 dalla relazione con l’attrice Stefania Sandrelli, Nicolò (1980) e Tommaso (1992), nati dal matrimonio con l’attuale moglie Paola Penzo, sposata nel 1991.

Chi era Giovanni Paoli

Giovanni Paoli era un giornalista, direttore responsabile presso Dillingernews, e caporedattore di Lei Style, ma in precedenza aveva lavorato anche per alcune riviste Mondadori, come Diva e donna. Paoli aveva cominciato a suonare assieme al padre, ma successivamente aveva scelto di intraprendere la strada del giornalismo, lavorando a Sorrisi e canzoni, Chi quando era diretto da Silvana Giacobini. In seguito era diventato caporedattore di Novella 2000, fino a diventarne vice direttore, come riportava in un articolo del 2006 Genova Press. 

In un articolo pubblicato su Dillinger in occasione dei 90 anni del padre Gino, Giovanni raccontò la sorpresa di scoprire di avere una sorella, Amanda, nata a pochi mesi di distanza da lui. “Giovanni nasce a Genova il 13 luglio 1964, Amanda a Losanna il 31 ottobre 1964. Paparazzi scatenati e un caro amico, Pierre Forlani, allora giornalista a Stop, che gli fa le soffiate quando sono appostati per farlo scappare da uscite posteriori. Nell’estate del 1972, Gino mi fa: «Domani andiamo a conoscere tua sorella». Io: «Ma papà, io sono figlio unico». Lui: «No». Mi carica in macchina e lungo l’Autosole non spiccico una parola, frastornato”.

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