Evaso dopo la laurea: i misteri di Cavallari tra soldi, spaccio e cellulare

20.07.2025 10:25
Evaso dopo la laurea: i misteri di Cavallari tra soldi, spaccio e cellulare

Il Caso di Andrea Cavallari: Fuga e Indagini sul Denaro

Bologna, 20 luglio 2025 – Come affermava Giovanni Falcone, seguire il denaro è fondamentale. Ed è proprio su questa pista che gli investigatori stanno concentrando i loro sforzi. Il denaro di cui Andrea Cavallari disponeva era considerevole.

Il 26enne di Bomporto (Modena), attualmente detenuto alla Dozza, è evaso il 3 luglio dopo aver conseguito la laurea a Bologna, avendo ottenuto un permesso di necessità dal magistrato di sorveglianza senza la scorta prevista. Cavallari è stato definitivamente condannato per la strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo (Ancona) dell’8 dicembre 2018, un evento tragico che ha portato alla morte di sei persone, tra cui cinque ragazzi e una madre di quattro figli.

Cavallari è stato arrestato a Lloret de Mar giovedì scorso. I suoi fondi per la fuga erano ingenti: nella sua carta di credito erano depositati migliaia di euro, considerati il risultato di un proficuo giro d’affari condotto mentre si trovava in carcere, che potrebbe includere attività illecite come lo spaccio di droga.

Utilizzando il nome falso di Antonio Saitta, Cavallari ha potuto senza problemi raggiungere la Spagna, pagando attraverso piattaforme come BlaBlaCar, transitando per Milano e Nizza. Ha altresì effettuato acquisti in negozi, supermercati, ristoranti e hotel, il tutto utilizzando una carta intestata a una ragazza della sua età. Quest’ultima al momento non risulta coinvolta ed è residente in Nord Italia, lontano dal suo ambiente, sollevando sospetti circa un furto di identità. Le indagini sulla sua posizione sono attualmente in corso.

Non solo il denaro è al centro delle indagini, guidate dagli agenti del Nir e Nic della polizia penitenziaria. Sono in corso verifiche approfondite su utenze telefoniche e dati. Un elemento cruciale riguarda lo smartphone: nelle immagini delle telecamere di un ristorante di Bologna, dove ha pranzato con la famiglia prima della fuga, si osserva Cavallari in possesso del cellulare. Questo dispositivo è stato attivato la mattina del 3 luglio, giorno della sua evasione. Analizzando la rete di celle telefoniche a cui si è collegato, gli investigatori sono riusciti a seguire i suoi primi movimenti dopo la fuga. La caccia ai complici è in atto: sono stati identificati almeno due sospetti, ma si sospetta che la rete di fiancheggiatori, tutti italiani, sia molto più vasta. È stata avviata un’inchiesta per favoreggiamento.

Il caso Cavallari pone evidenti interrogativi sulla sicurezza e sull’efficacia dei controlli nel sistema penitenziario italiano, in un contesto in cui il denaro gioca un ruolo determinante in queste dinamiche criminali, riporta Attuale.

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