Fazzolari accusa Ranucci di superare il limite della decenza sul presunto pedinamento dei servizi segreti

06.11.2025 06:25
Fazzolari accusa Ranucci di superare il limite della decenza sul presunto pedinamento dei servizi segreti

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha risposto alle accuse del conduttore di Report, Sigrido Ranucci, riguardanti un presunto pedinamento da parte di agenti dei servizi. Ranucci ha affermato che Fazzolari avrebbe ispirato l’attivazione dei servizi per identificarne le fonti in seguito a un’inchiesta sul ruolo del padre della premier, Giorgia Meloni, riporta Attuale.

L’attentato e il governo

Fazzolari ha esordito dicendo: «Mi auguro che la Procura di Roma stia facendo tutto il possibile per individuare, in tempi brevissimi, i responsabili di un atto così grave. È evidente che qualcuno sta cercando di strumentalizzare questo ignobile episodio per attaccare il governo», aggiungendo che la leader dell’opposizione, Elly Schlein, e l’esponente del M5S, Roberto Scarpinato, hanno amplificato le insinuazioni. «Il limite della decenza è stato ampiamente superato», ha concluso.

La risposta di marzo sui servizi segreti

A marzo, Fazzolari aveva già respinto le affermazioni di Ranucci, sottolineando che «i servizi non dipendono da me, e comunque non ne sarebbe valsa la pena». Oggi ha annunciato che intraprenderà un’azione legale contro Ranucci, precisando che avrebbe rinunciato se il conduttore avesse smentito le sue affermazioni. «Invece, con l’aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto», ha dichiarato.

La causa a Ranucci

Fazzolari ha insistito che, qualora non procedesse legalmente, avvalerebbe le accuse di Ranucci. «Se scelgo di tutelarmi, sarò accusato di intimidire la stampa. Le accuse sono troppo gravi per cadere nel vuoto. È quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con Report», ha affermato, esprimendo il suo scetticismo riguardo all’imparzialità del programma.

Lo scudo penale di Report

Secondo Fazzolari, su Report ci sarebbe uno scudo penale, con inchieste infarcite di accuse infondate. «Nessuno è al di sopra della legge e ho rispetto della magistratura, ma è evidente la disinvoltura con la quale Report fa il suo lavoro», ha espresso. Riguardo alla chiusura del programma, ha affermato che non spetta al governo decidere i palinsesti, ma ha sottolineato il diritto di criticare pratiche informative che considera scorrette e preconfezionate. «La “macchina del fango” non ha niente a che fare con il giornalismo di qualità», ha concluso, riaffermando l’impegno nella ricerca della verità.

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