Disparità nei finanziamenti all’editoria rispetto alla teletrasmissione: l’analisi del settore
Roma, 15 dicembre 2025 – Si registra un significativo squilibrio nei finanziamenti pubblici destinati all’editoria e al settore televisivo. Mentre circa sessanta milioni di euro sono stati stanziati per i giornali, le televisioni locali ricevono fondi ben maggiori, il che pone interrogativi sulla equità della ripartizione. Questo tema suscita preoccupazioni tra i professionisti del settore, che da sempre richiedono un riconoscimento adeguato delle loro necessità, riporta Attuale.
Il governo, con a capo la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, tutti con esperienza giornalistica, ha mostrato una certa attenzione verso l’informazione. Tuttavia, rimane evidente che l’assegnazione delle risorse non riflette l’importanza storica e culturale dei quotidiani. Mentre il panorama informativo segnato dalla carta stampata continua a produrre cultura e istruzione, il disinteresse verso il settore della stampa cartacea mette a rischio la libertà d’informazione nel paese.
Negli ultimi anni, il settore televisivo ha guadagnato un’attenzione considerevole, ma ciò non giustifica la diminuzione di supporto per l’editoria tradizionale. Viene sottolineato che mentre si può vedere della programmazione informativa di valore, molte trasmissioni si concentrano su contenuti di intrattenimento poco rilevanti, come il rincorrere “pentole e materassi”, causando un cambiamento nella qualità informativa. Questo aspetto è di particolare preoccupazione per coloro che perseguono il giornalismo d’inchiesta e di qualità.
Infine, il dibattito si sposta su come correggere questa disparità senza penalizzare un settore a favore di un altro. La vera questione da affrontare in Parlamento è la definizione delle priorità nel finanziamento dell’informazione scritta, che deve essere in grado di adattarsi e modernizzarsi senza compromettere la propria dignità. “Senza un giornale, se ne va per sempre un pezzo di libertà”, concludono i rappresentanti del settore, evidenziando la necessità di un intervento equo e sostenibile per garantire un’informazione libera e pluralistica nel paese.