Fordow, la “montagna sacra” del nucleare iraniano attaccata da Israele: cosa si trova a 90-100 metri di profondità.

16.06.2025 12:55
Fordow, la "montagna sacra" del nucleare iraniano attaccata da Israele: cosa si trova a 90-100 metri di profondità.

L’impianto nucleare sotterraneo di Fordow: una sfida alla sicurezza globale

La centrale nucleare di Fordow, situata in un vasto bunker immerso nella montagna sacra, rappresenta uno dei punti cruciali del programma nucleare iraniano. Qui, l’Iran ha installato una serie di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio, rendendo difficile qualsiasi attacco, anche da parte degli aerei israeliani, i quali sembrano dover affrontare città fortificate. Questo impianto, progettato per resistere a attacchi missilistici, è un simbolo della capacità dell’Iran di riparare e proteggere le sue infrastrutture strategiche, riporta Attuale.

Sin dalla sua fondazione, la Repubblica Islamica ha prestato attenzione alle dinamiche del Medio Oriente, imparando dalle esperienze traumatiche dovute a conflitti passati, come la lunga guerra contro l’Iraq, e passando per eventi come il famigerato raid israeliano sul reattore iracheno di Osirak. Ciò ha spinto l’Iran a sviluppare strategie di difesa più sofisticate per proteggere le sue strutture nucleari, soprattutto considerando il fatto di dover affrontare un nemico ostile e ben equipaggiato.

La scelta di localizzare Fordow in una zona montuosa non è casuale. Il luogo offre non solo protezione naturale, ma è anche simbolico, essendo circondato da una storia di martiri legati alla guerra contro Saddam Hussein. Inizialmente, la costruzione di questo sito risale al 2006-2007, ma è stata ufficialmente riconosciuta solo nel 2009 dal governo iraniano, dimostrando una lunga fase di segretezza e pianificazione.

Le strutture al suo interno sono state progettate per resistere a attacchi pesanti. Secondo stime del RUSI britannico, il sito si trova a una profondità compresa tra i 90 e i 100 metri, rendendolo altamente resistente a bombardamenti aerei, in particolare grazie a sistemi di protezione che comprendono strati di cemento, terra e altro materiale. Tali difese fanno parte di un approccio globale per rendere il sito praticamente inaccessibile.

Il dibattito sui mezzi necessari per compromettere questa installazione è acceso, poiché l’aviazione israeliana attualmente non dispone di bombe sufficientemente potenti per neutralizzare Fordow. Si ritiene che solo un eventuale intervento americano potrebbe risultare decisivo, anche se le prospettive di successo rimangono incerte. Recentemente, è emerso che l’IDF sta considerando anche l’uso di forze speciali per accompagnare un’azione aerea, in caso di eventuali bombardamenti.

Questa situazione complessa è ulteriormente aggravata dalla crescente presenza di guardie iraniane nei pressi di Fordow, il che rende qualsiasi operazione rischiosa. Esplorando varie ipotesi per migliorare la sicurezza del sito, emerge una realtà di esplorazioni prolungate e valutazioni strategiche cariche di rischi. Infatti, alcune analisi hanno rivelato che Teheran ha incrementato le sue difese in modo significativo per scoraggiare qualsiasi attacco, non solo a Fordow, ma anche ad altre installazioni critiche nel paese.

Gli analisti evidenziano che, a fronte di tali misure stringentemente protettive, la benché minima incapacità di fare fronte a un attacco potrebbe portare a conseguenze devastanti per la sicurezza nazionale. Con un contesto internazionale in continua evoluzione e sempre più instabile, la questione delle capacità nucleari iraniane continua a suscitare preoccupazioni mondiali.

Concludendo, la sfida di Fordow non è solo quella di essere un semplice sito nucleare, ma simbolizza un confronto globale sulla proliferazione nucleare e sulla sicurezza mediorientale. La determinazione dell’Iran di mantenere e potenziare la propria influenza nella regione ha portato a una corsa agli armamenti che potrebbe avere effetti devastanti, mettendo a rischio la stabilità di un intero territorio.

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