Forza Italia voterà il 7 ottobre per revocare l’immunità a Ilaria Salis, Tajani: «Reati commessi prima»

26.09.2025 21:05
Forza Italia voterà il 7 ottobre per revocare l’immunità a Ilaria Salis, Tajani: «Reati commessi prima»

Il leader di Forza Italia, durante la festa del suo partito, ha respinto le accuse di essere un «eurotraditore» e ha affrontato le critiche di Matteo Salvini, oltre alle minacce da parte di Casapound, riporta Attuale.

Forza Italia ha annunciato il suo voto per togliere l’immunità parlamentare a Ilaria Salis durante la plenaria dell’Europarlamento del 7 ottobre. Antonio Tajani ha dichiarato che «i reati sono stati commessi prima di diventare europarlamentare. Noi siamo garantisti sempre, ma proprio perché siamo garantisti rispettiamo le regole», sottolineando questo punto dal palco di “Libertà”, la festa del suo partito a Telese Terme, in provincia di Benevento.

Il voto decisivo dei Popolari e l’accusa di essere «eurotraditori»

Le dichiarazioni di Tajani mettono in luce le manovre all’interno della commissione Juri del Parlamento europeo, che finora erano rimaste riservate. Lo scorso martedì, 23 settembre, la commissione ha bocciato la revoca dell’immunità all’europarlamentare italiana con 13 voti contrari e 12 favorevoli. Un’analisi dei voti suggerisce 11 contrari tra socialisti, verdi, sinistra e democratici, e 7 a favore tra sovranisti, conservatori e patrioti. Manca all’appello il voto dei 7 popolari, che si sarebbero divisi con 2 contrari e cinque a favore della non revoca dell’immunità. Secondo la Lega, tra i due «eurotraditori» non ci sarebbero parlamentari italiani.

La rabbia dei Patrioti e le minacce di Casapound: «Non mi intimoriscono»

Il voto cruciale per Salis avverrà il 7 ottobre, quando l’aula voterà a maggioranza semplice sulla questione. La prima approvazione in commissione Juri ha già suscitato forti critiche dalla destra, sia europea che nazionale. Casapound ha attaccato i popolari con uno striscione provocatorio: «Tajani antifascista, amico della Salis». In risposta, il ministro degli Esteri ha minimizzato l’accaduto, affermando: «Siamo fieri di far parte della famiglia del Partito popolare europeo, che garantisce stabilità in Europa, molto di più di quanto non facciano i Conservatori e i Patrioti. Non mi faccio intimorire da Casapound e dai loro manifesti; sono abituato a molto di peggio, né dai loro mandanti. Non so chi siano, ma qualche mandante esiste».

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