Garlasco e il caso di Chiara Poggi
Garlasco (Pavia), 13 luglio 2025 – Garlasco, un caso di omicidio che continua a sollevare interrogativi nonostante la condanna di Alberto Stasi. La storia di Chiara Poggi, fidanzata della vittima, non è solo un ricordo sfocato, ma una realtà che continua a generare interesse mediatico e discussioni pubbliche. Negli ultimi quattro mesi, l’attenzione dei media non ha fatto altro che accentuare il dibattito tra coloro che si schierano dalla parte dei colpevolisti e degli innocentisti, alimentando un clima di continua speculazione e rinnovata curiosità intorno ai dettagli del caso, riporta Attuale.
Sicurezze e nebulose
Attualmente, le certezze riguardo al caso sono poche e inquietanti. Diverse ipotesi sono emerse, come quella secondo cui Chiara, che aveva in possesso articoli su abusi sessuali nella Chiesa americana, potrebbe essere stata assassinata per aver scoperto qualcosa di compromettente riguardo al santuario della Bozzola. Questo collegamento risale a un episodio avvenuto sette anni prima della condanna di un zio e un nipote, entrambi romeni, coinvolti in un ricatto a luci rosse contro l’ex rettore. Una delle confessioni risulta riportata in un memoriale.
Universo di domande e sospetti viene alimentato da una serie di suicidi a Garlasco, tra cui quello di un meccanico in pensione. Il legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati, ha fatto riferimento a tali nubi che circondano il caso. Lettere anonime, spedite da Milano, hanno anche provocato confusione tra i protagonisti, distorcendo il corso della verità. Fango, non solo metaforico, si dice abbia intrappolato le armi del delitto nel fondale limaccioso di un canale di Tromello.
La rabbia dei genitori di Chiara
Non solo Chiara, ma anche i suoi genitori vivono momenti di estremo sconforto. Inizialmente riservati, Giuseppe e Rita Poggi hanno espresso la loro indecorosa indignazione. “Basta – afferma mamma Rita – smettetela di gettare fango. Chiara non può difendersi. Era una ragazza pulita, senza segreti o amanti.” A seguito di queste affermazioni, il Garante della privacy ha emesso un provvedimento per bloccare la diffusione non autorizzata di un video contenente immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, sottolineando che tale divulgazione sarebbe considerata illecita.
Le gemelle Cappa
Le gemelle Cappa, Stefania e Paola, entrano in scena pochi giorni dopo l’omicidio, grazie a una fotografia che le ritrae con Chiara. La testimonianza di un operaio che, oltre un mese dopo il delitto, riferisce di aver visto “una ragazza bionda” con un oggetto da camino ha sollevato polveroni, ma è stata prontamente smentita dallo stesso testimone, che ha ammesso di aver inventato tutto.
Gli alibi sotto la lente
Fortunatamente, le gemelle non sono mai state indagate e i loro alibi sono stati confermati. Le forze dell’ordine non hanno trovato alcun indizio che indicasse un ambiente di odio nei loro confronti, eppure, con il riaprirsi del caso di Sempio, si sono riaccesi i riflettori su nuove testimonianze e su un possibile collegamento al misterioso Dna maschile, mai analizzato e introdotto nel dibattito per chiarire alcuni aspetti del caso.
La reazione
Dopo un lungo silenzio, adesso la famiglia Cappa si esprime tramite i propri legali, denunciando un proliferare di falsi testimoni e calunniatori. “Le dichiarazioni di queste persone – dichiarano – sono gravemente diffamatorie e ledono l’onore e la dignità della nostra famiglia.” Denunce sono state già presentate e altre seguiranno per garantire tutela all’immagine dei Cappa, attaccata da notizie infondate e complete di ogni verifica.
L’argine alle fake news
Il 4 luglio, un evento senza precedenti è accaduto in una trasmissione televisiva: i legali Lovati, Bocellari e Tizzoni hanno fatto un appello comune per fermare la diffusione di fake news che circolano intorno al caso, sottolineando l’importanza di una informazione corretta e responsabile.